Sindaco di Noto
Corrado Bonfanti
"Noto città d'Arte" è la scelta comunicativa e narrativa, consapevole, di un progetto strategico. Pensiamo che Noto identifichi una dimensione di riconoscibilità del Sapere, della Bellezza, della Natura e della Cultura che travalica i confini di quella che amministrativamente definiamo "Città di Noto", ponendosi come uno degli orizzonti ideali delle aspettative umane, emotive ed intellettuali per gli uomini e le donne di ogni parte del mondo.
La costruzione di una cittadinanza globale del Sapere e della Bellezza, in un luogo che è Patrimonio UNESCO ed esempio della straordinarietà della resilienza umana, trova dunque sintesi nel proporsi come "Città d'Arte": declinando l'Arte come caratteristica evidente dal punto di vista strettamente artistico, architettonico e urbanistico ma, ben oltre, come "sistema di vita".
L'Arte che caratterizza Noto è e sarà la tutela e la valorizzazione di una relazione preziosa con l'ambiente e le forme del territorio; il coinvolgimento delle persone, i cittadini vecchi e nuovi, i residenti e i turisti, nella costruzione di una comunità senza confini che percepisca Noto come il luogo ideale per rapportarsi alle cadenze del tempo, ai colori, ai sapori, alla trascendenza ed alla riflessione come alla scoperta ed al viaggio.
L'Arte codifica la prerogativa fortunata di un luogo meraviglioso di donarsi alla realizzazione del talento e della dignità di tutti, poiché la condivisione dell'Arte nel suo articolarsi di saperi e bellezze è un esercizio formidabile di democrazia. In questo senso le grandi mostre, i percorsi culturali, gli eventi oggetto di questa presentazione, declinano altrettanti percorsi di approfondimento e coinvolgimento pubblico che vogliamo rappresentino il tessuto, il nutrimento emotivo capace di generare la percezione dell'Arte di Noto.
La musica, la pittura, la fotografia, la danza, le tradizioni intangibili compongono la rete di La musica, la pittura, la fotografia, la danza, le tradizioni intangibili compongono la rete di sensazioni che Noto vuole offrire al mondo, collocandole nello scenario irripetibile del suo essere il Tardo Barocco nato dal coraggio e dalla lungimiranza dei sopravvissuti alla catastrofe del 1693, ma anche il luogo di oasi naturali uniche, di un mare straordinario, di un patrimonio archeologico ricco e appassionante e di una bellissima e sorprendente Noto Antica."Oh custodisca Iddio una casa in Noto, e fluiscano su di lei le rigonfie nuvole", scriveva nel XI secolo il grande poeta arabo Ibn Hamdis: l'Arte è vivere in connessione con le energie migliori e positive ed è questa la vera reputazione di Noto che lanciamo con questo visione. Noto Città d'Arte, "Noto città emozione" per chi vuole respirare la vita con l'Arte.
Assessore alla Cultura Comune di Noto
Frankie Terranova
L'impossibile muta le sorti del mondo: la Storia procede all'improvviso, più veloce ed imponente, quando intraprende i percorsi imprevisti e scavalca ciò che pensiamo improbabile o persino impossibile. Ed è In questa capacità decisiva di intervenire sulle dimensioni ineluttabili ed apparentemente immutabili che risiede il valore del coraggio nell'arte come nelle scienze sociali; nella letteratura come nella fisica.
"L'impossibile è Noto continua così un percorso di conoscenza che è coerente con la cifra umana e culturale di una città coraggiosa e resiliente, in cui l'architettura stessa è espressione di una reazione estetica, ma anche etica, alla catastrofe naturale del terremoto.
Questa nuova edizione non manca all'appuntamento con l'audacia; proponendo la mostra su alcuni tra i più celebrati artisti del Novecento, "il Secolo Breve", il secolo delle grandi guerre mondiali e delle grandi accelerazioni della Storia: il tempo di una contemporaneità sofferta e immaginifica, quella che, da Boccioni a De Chirico a Kandiskij a Sironi e Balla e Mirò, irrompe fino a Picasso e Dalì, attraversando il diluirsi e il dilatarsi delle forme dal Futurismo al Cubismo fino al Surrealismo al Dadaismo e all'Astrattismo.
Noto accoglie un itinerario che ancora una volta la riconnette alle tante strade del mondo: a quell'emisfero che la mostra esplora nell'invenzione del movimento nella fotografia, come nel rapporto tra volo e sogno e cosmo, rappresentandolo nella pittura come nella scultura e nel design.
Il Novecento, focalizzato attraverso la lente di "L'impossibile a Noto", insegue fino in fondo la sfida dell'imprevedibilità, dall'ossessione eccentrica di Dalì fino all'istinto rivoluzionario di Rammellzee e Marinetti: unIl Novecento, focalizzato attraverso la lente di "L'impossibile a Noto", insegue fino in fondo la sfida dell'imprevedibilità, dall'ossessione eccentrica di Dalì fino all'istinto rivoluzionario di Rammellzee e Marinetti: un duello suggestivo e visionario in un mondo che corre in fretta. Osservarlo da Noto, con i suoi tempi antichi e sapientemente cadenzati, non mancherà di risultare memorabile!
FUTURISMO E CUBISMO
Questa sala presenta un confronto tra la scomposizione cubista e il dinamismo futurista, ripercorrendo le principali vicende della storia dell'arte dal 1907 al 1915. Sviluppando un'idea di ricostruzione dell'immagine della realtà, sulla base di scomposizioni della superficie pittorica ricomposta nei suoi singoli frammenti attraverso forme geometriche, Picasso e Braque giunsero tra il 1907 e il 1908 alla riorganizzazione dello spazio pittorico cubista partendo dalla meditazione sull'operato di Paul Cézanne. I due pittori, tuttavia, non si autodefinirono come un gruppo artistico organizzato. La stessa definizione di "cubismo" si deve al critico Louis Vauxcelles, nel 1909. Il termine cubismo fu posto al centro del dibattito artistico dalla mostra al Salon Des Indépendants a Parigi nel 1911, alla quale partecipavano tra gli altri Ferdinand Léger, del quale è visibile in mostra un disegno del 1912. Amico di Picasso e del "gruppo di Montmartre" era il poeta e pittore Max Jacob. Fu vicino a posizioni cubiste anche il pittore e regista tedesco Hans Richter, del quale è presentato uno studio per "il violinista", del 1914. Professò la pittura cubista anche il pittore francese Georges Valmier, che elaborò poi un approccio cubista all'astrattismo, come nel quadro in mostra, Paysage et forêt, del 1924. Il movimento futurista nacque nel febbraio del 1909 grazie al manifesto di fondazione del poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti, e già nel 1910 presentò un "manifesto dei pittori futuristi", firmato da Boccioni, Carrà, Balla, Russolo, Severini.
Nella prima riflessione futurista, che appare autonoma e parallela rispetto alla riflessione cubista, il soggetto è rappresentato in diverse posizioni, spaziali e temporali, rendendo dunque simultanei il tempo e lo spazio, il presente e il passato. Mentre nel futurismo la moltiplicazione del soggetto nello spazio e nel tempo è concepita come sintesi dinamica dell'azione frenetica dell'uomo moderno e della sua nuova percezione del mondo, nel cubismo l'oggetto ricomposto sulla tela e analizzato nei suoi molteplici parti aspetti è statico.
I principi formali e poetici del futurismo e del cubismo tra il 1911 e il 1915 si influenzarono a vicenda, determinando il "simultaneismo" di Robert Delaunay e il cubismo "orfico", che recuperava i toni squillanti del futurismo e il tema futurista appunto della simultaneità. In mostra è presente un prezioso studio dello stesso Delaunay per il celebre dipinto L'Équipe de Cardiff, del 1912-1913. Boccioni attinse e rimodellò gli stilemi cubisti cercando di superarli nel senso di una plasticità continua, in moto.
La ricerca di Balla giunse nel 1914 al superamento del quadro, ideando i "complessi plastici", esempi di quadro-oggetto. Il futurismo e il cubismo influenzarono profondamente tra il 1912 e il 1915 la ricerca russa d'avanguardia, che si autodefinì cubo-futurista. In mostra, è presente un prezioso disegno di Natalia Gontcharova, che, con Mikhail Larionov, derivò il principio del movimento "Raggista" dal futurismo. La parte conclusiva di questa sala presenta un importante lavoro del futurista Enrico Prampolini del 1920, Architettura nello spazio, che evidenzia il valore dinamico delle prospettive multiple. Segue un serrato confronto tra alcune "nature morte", per mostrare attraverso un tema tipicamente cubista la diversa concezione estetica espressa dal futurismo italiano.
TRA FUTURISMO E CUBISMO – LA CITTÀ E IL PAESAGGIO
METAFISICA E DADA TRA EUROPA E ITALIA
Estraneo al dibattito formalistico intavolato tra futurismo e cubismo e influenzato invece dalla cultura simbolista di fine Ottocento, il pittore Giorgio De Chirico maturò a Parigi, dove conobbe Max Jacob e Apollinaire, una personale invenzione compositiva di carattere figurativo. Questa sfocerà nel 1917 a Ferrara, con la collaborazione di Carlo Carrà, nella creazione della corrente artistica della "Metafisica". Essa può essere intesa sia come momento di ricomposizione della figura dopo la rottura radicale delle avanguardie sia come affermazione della nuova condizione "alienata" della vita moderna. L'accostamento inatteso tra oggetti, che De Chirico realizza già negli anni Dieci, sarà decisivo per la nascita del Surrealismo francese negli anni Venti. In questa sezione Il trovatore di De Chirico è accostato a Chateau de Cartes di Andrè Masson, del 1924. Alla poetica metafisica, seppure lentamente, approdandovi dall'interno della poetica macchinista del futurismo, giungerà anche Mario Sironi. Egli realizza una graduale rilettura del tema futurista della città, da lui reinterpretato come desolazione "irreale" delle periferie urbane. Nell'ambito dello sviluppo del futurismo alla fine degli anni Dieci, un artista futurista, tra gli ideatori dell'arte meccanica futurista, Vinicio Paladini, si avvicinò alla pittura metafisica in chiave di accesa cromia.
Il Dadaismo, che nacque nel 1916 a Zurigo con l'apertura del Cabaret Voltaire da parte di Hugo Ball e Emmy Hennings, e l'immediata partecipazione di Tristan Tzara e Hans Harp, è debitore sia di un rapporto di fitta corrispondenza epistolare con i protagonisti del futurismo sia della principale idea marinettiana di distruzione e azzeramento del passato. Il dadaismo rivolge verso l'arte stessa questo principio di azzeramento, cercando di de-estetizzare l'opera d'arte. Il gesto Dadaista che sarà più influente nella storia dell'arte del Novecento, la presentazione di un oggetto comune come opera d'arte, l'orinatoio di Duchamp nel 1917, ebbe il suo precedente più immediato nella "Ruota della bicicletta" del 1913, lavoro che cercava di risolvere il dibattito tra futurismo e cubismo su come rendere il movimento in pittura presentando un oggetto reale. La sezione presenta un'opera a collage del tedesco Kurt Schwitters – della tipologia "Merz" – tra i maggiori esponenti di Dada, capostipite del Dada berlinese, e tre opere di artisti futuristi, Fortunato Depero, Francesco Cangiullo e Antonio Fornari, caratterizzate in senso dadaista, cioè come "forza di negazione". Il dadaismo ebbe il suo più importante rappresentante in Italia nel filosofo e pittore, prima futurista, Julius Evola.
CARLO CARRÀ - Studio per 'solitudine', 1917
MARIO SIRONI - Manichino in esterno, 1918 ca.
VINICIO PALADINI - La création de la femme, 1919 ca.
SURREALISMO
La nascita dell'ultima delle avanguardie storiche data ufficialmente 1924, anno della redazione del Manifesto del Surrealismo scritto da André Breton. Il manifesto, influenzato dalla lettura dell'opera di Freud, inneggiava agli aspetti onirici e irrazionali della vita. La mostra di lancio del movimento, distaccandolo anche dalla corrente dada, alla quale molti dei pittori presenti avevano aderito in passato, si svolge presso la Gallerie Pierre di Parigi nel 1925, sono presenti Max Ernst, Man Ray, André Masson, Joan Mirò. Questa sezione della mostra presenta importanti opere realizzate proprio negli anni iniziali dell'esperienza surrealista: La Verre di Max Ernst, del 1923, Dessin Automatique, del 1924, di André Masson, e una fotografia della serie Le violon de Ingres di Man Ray, del 1929. La sala rappresenta anche il tema del disegno automatico, realizzato cioè in uno stato di subcoscienza, e nuove tecniche artistiche collegate a questa poetica, come il frottage di Max Ernst. Mentre l'aspetto della poetica surrealista legata all'eros e alle sue articolazioni sadomasochistiche trova un esempio emblematico in Esquisse pour le manequin surrealiste, 1938, di André Masson.
Nella seconda metà degli anni Venti, aderiscono al surrealismo alcuni artisti più giovani, in particolare lo spagnolo Salvador Dalì, che apporta alla corrente artistica una pittura più tersa ispirata anche dalla pittura classica e rinascimentale. Le opere di Dalì, pittore abilissimo capace di rimescolare le influenze più diverse, si presentano come allucinazioni razionalizzate, insistendo soprattutto sull'accostamento innaturale tra oggetti e su vere e proprie narrazioni oniriche. Attento alla gestione della propria immagine di artista in termini che ricordano più l'attivismo pubblicitario di Marinetti che le posizioni marxiste del gruppo surrealista francese, la sua opera rappresenta anche un primo punto di incontro tra surrealismo e pop art. In ambito italiano, il surrealismo viene reinterpretato da Alberto Savinio, fratello di Giorgio De Chirico, che lo declina in una chiave colta e consapevole, come diramazione della Metafisica, nonché dalla pittrice Leonor Fini.
La sala presenta anche un accostamento tra due lavori futuristi e due opere di Max Ernst, il primo, dove si accostano Trasformazione forme e spiriti di Giacomo Balla e Printemps (Primavera) del tedesco, basato sui toni dell'ametista e sul tema di un arcano spirituale, e il secondo, tra la Verre e il fotomontaggio di Tato, giocato sul confronto tra il feticcio organico in chiave futurista e in chiave surrealista.
ANDRÉ MASSON - Dessin automatique, 1924
ANDRÉ MASSON - Senza titolo, 1938 ca.
ANDRÉ MASSON - Esquisse pour le manequin surrealiste, 1938
ANDRÉ MASSON - Combat dans un souterrain, 1926
MAN RAY - Assemblage (3/10) (1935/1971), 1971
MAN RAY - Le violon d'Ingres (7/8), 1929
MAX ERNST - Printemps, 1956
GIACOMO BALLA - Trasformazione forme spiriti, 1918 ca.
MAX ERNST - La verre, 1923
TATO - Il perfetto borghese, 1930
MAX ERNST - Accueil
ALBERTO SAVINIO - La naissance de venus, 1925 ca.
ALBERTO SAVINIO - Personaggio tragico, 1943
LEONOR FINI - Nicola il vincitore (torero), 1952/53
JUAN MIRÒ - Senza titolo, 1930
IL FUTURISMO NEGLI ANNI TRENTA. TRA VOLO, SOGNO E COSMO
All'altezza della metà degli anni Venti, in pieno clima di "Arte Meccanica futurista", tendenza che allora andava confrontandosi con gli sviluppi post-cubisti del Purismo francese e con la Bauhaus, Enrico Prampolini recepisce le tendenze surrealiste recuperando nella sua pittura la forma organica. Si apre per il futurismo una nuova stagione incentrata sull'immaginazione del volo in aeroplano e su metafore dell'evoluzione in senso cosmico dell'uomo. È molto interessante vedere come, pur attestandosi su caratteri formali molto prossimi, due opere come Paesaggio di Capri, del 1932, di Prampolini, e Nu alla Flamme Noire III, di André Masson, del 1944, mantengano però un carattere diverso, molto più estroverso quello di Prampolini, come in un divenire futuribile delle forme. Elementi di alterazione psichica, in qualche modo prossimi al surrealismo, si ritrovano invece in quadri di accento figurativo dell'epoca, dove sogno e volo diventano un tutt'uno, come nel capolavoro Aerocaccia II di Tullio Crali.
ENRICO PRAMPOLINI - Paesaggio di Capri, 1932 ca.
ANDRÉ MASSON - Nu a' la flamme noire III, 1944
TULLIO CRALI - Aerocaccia II, 1936 ca.
ASTRATTISMO E ASTRATTISMO LIRICO
Il dibattito sulla pittura astratta europea è avviato dalle esperienze del gruppo tedesco del Blaue Reiter (cavaliere azzurro), composto da Wassilj Kandinskij, Paul Klee, e August Macke nel 1911. Nel 1912, in Italia, Giacomo Balla avvia la sua sperimentazione sui colori nota come "compenetrazioni iridescenti", dando prova di uno dei primi esempi di arte astratta in Europa. Questa sala della mostra presenta, sulla parete di sinistra, una linea astrattista legata alla relazione tra musica e pittura, che scorse in seno al dibattito tra i due fondamentali gruppi di avanguardia europei, il futurismo e il cubismo e sulle altre due pareti il lavoro di Balla, Kandinskij e Klee. L'astrattismo si presenta in una declinazione ritmica e musicale nel lavoro del pittore futurista Luigi Russolo, e appare una sorta di movimento cosmico della volta celeste nella rara produzione astrattista del futurista umbro Gerardo Dottori. Un lavoro del boemo Frantisec Kupka, che aderì alla compagine cubista della Section d'Or, presenta un ulteriore esempio dell'astrazione come analogia tra musica e pittura. L'astrazione Kandinskiana si esprime in forme sinestetiche con geometrie elementari in accordi di consonanza aerei e musicali. Il punto, la linea, il triangolo, sono collegati secondo accordi spirituali che tendono a risvegliare l'animo umano, come in una iterazione tra i valori fondamentali del dinamismo e della stasi. Il lavoro di Paul Klee, grande amico di Kandinskij e come lui insegnate alla Bauhaus negli anni Venti, costituisce una delle fasi più importanti della sperimentazione sulle possibilità del "visibile" nella storia dell'arte del Novecento. Collegando primitivismo, senso della forma infantile, cubismo e astrattismo, il lavoro di Klee rendere visibili le fome nel momento del loro prima apparire. Benché apparentemente assimiliabile al surrealismo – Klee esercitò un'ifluenza decisiva su Mirò e partecipò anche alla prima esposizione surrealista del 1925 – il lavoro di Paul Klee se ne distacca non esprimendo il perturbante, quanto una ricerca degli archetipi del visibile, come nell'importante opera polimaterica qui esposta: Hier der bestellte wagen, 1935.
LUIGI RUSSOLO - Studio per "linee-forze della folgore", 1912 ca.
FRANK KUPKA - Composition, 1920
GERARDO DOTTORI - Motivo geometrico, 1921 ca.
GIACOMO BALLA - Studio di compenetrazione iridescente, 1912
GIACOMO BALLA - Studio di compenetrazione iridescente, 1912 ca.
WASSILY KANDINSKY - Paesaggio, 1911
WASSILY KANDINSKY - Astratto, 1920
WASSILY KANDINSKY - Mittengrun (green in the middle), 1932
WASSILY KANDINSKY - Senza titolo, 1932
WASSILY KANDINSKY - Komposition n.5, 1940
PAUL KLEE - Studie im stein, 1923
PAUL KLEE - Verlorenes, 1927
PAUL KLEE - Hier der bestellte wagen, 1935
MIRÒ E DEPERO
Fortemente influenzato dalla pittura francese del tempo, alla metà degli anni Venti Juan Mirò abbraccia il surrealismo modificando anche la sua composizione in senso più astratto sulla scorta di Paul Klee. Le sue pitture sono organizzate spesso sui colori rosso, nero, e giallo e presentano un particolare equilibrio tra la semplificazione astratta e il carattere organico, alludendo a volte ai simboli della natura e del cosmo. La fortissima sapienza decorativa, unità al carattere folclorico e visionario delle composizioni ne caratterizzano lo stile unico e riconoscibile. Questa sala presenta un inedito accostamento dei lavori di Mirò con un grande olio su tela del pittore futurista Fortunato Depero, teso a creare una simbiosi con il suo mondo immaginario infantile e meccanico.
MIRÒ - Le coq, 1933
MIRÒ - Composizione, 1935
MIRÒ - Personnage, 1935
MIRÒ - Personajes, 1949
FORTUNATO DEPERO - Le arance di Sicilia, 1927 ca.
L'ASTRATTISMO E LA MATERIA
In questa sala sono presentate tre opere astratte di artisti che sono già stati presentati nelle sale precedenti ma che qui si mostrano sotto un profilo diverso. Due delle tre opere sono polimateriche, "La Chasse" (la caccia) di Andrè Masson, di carattere surrealista e "Drammaticità di esplosione", di Enrico Prampolini. Il filone polimaterico dell'arte europea, che scorse tra futurismo e surrealismo, fino agli anni Quaranta, sarà decisivo per alcune delle principali ricerche informali del dopoguerra, da Burri a Fontana. È presente, infine, un'opera astratta del maestro cubista Fernand Léger, La racine noire, del 1942, quasi di accento informale.
ENRICO PRAMPOLINI - Drammaticità di esplosione, 1940
ANDRÉ MASSON - La chasse, 1927
FERNAND LÉGER - La racine noire, 1942 ca.
SALVADOR DALÌ UN ICONA DEL VENTESIMO SECOLO
Dalí fu un pittore abile e virtuosissimo disegnatore, ma celebre anche per le immagini suggestive e bizzarre delle sue opere surrealiste. Il suo peculiare tocco pittorico fu attribuito all'influenza che ebbero su di lui i maestri del Rinascimento. Il talento artistico di Dalí trovò espressione in svariati ambiti, tra cui il cinema, la scultura e la fotografia, portandolo a collaborare con artisti di ogni settore.
Faceva risalire il suo "amore per tutto ciò che è dorato ed eccessivo. Dalí, dotato di una grande immaginazione e con il vezzo di assumere atteggiamenti stravaganti, irritò coloro che hanno amato la sua arte e infastidì i suoi detrattori, in quanto i suoi modi eccentrici hanno in alcuni casi catturato l'attenzione più delle sue opere. Il movimento surrealista fu fondato a Parigi da un piccolo gruppo di artisti e scrittori. Esso utilizzava elementi dei suoi predecessori, quali il Dadaismo e il Cubismo, per creare qualcosa di sconosciuto che cambiò totalmente il modo in cui l'arte veniva concepita. I suoi membri si concentravano sul subconscio come mezzo per sbloccare il potere dell'immaginazione. Essi disprezzavano il razionalismo e il realismo letterario e credevano che una mente cosciente reprimesse immaginazione e creatività. Il surrealismo divenne il movimento artistico più influente del ventesimo secolo.
Fu coinvolto in tutti gli aspetti della creazione artistica: pittura, scultura, progettazione, disegno, cinema, moda. Seppe inoltre applicare il concetto di surrealismo a tutto ciò che intraprendeva. Il suo stile anticonvenzionale e le sue idee, talvolta oltraggiose, fu molto ricercato anche nell'ambito del settore commerciale in contesti come: moda, fotografia, pubblicità e cinema. Tali attività portarono il suo stile all'attenzione di un enorme pubblico popolare.
Dalí e le sue opere non lasciarono solamente tracce indelebili all'interno del mondo artistico surrealista, l'influenza della sua arte invase infatti il mondo intero. Anche vent'anni dopo la sua morte chiunque ha familiarità almeno con una sua opera. Il nome Dalí è sinonimo di magia e resta un'icona.
In questa ultima sala della mostra "L'impossibile è Noto" hanno trovato spazio alcune stravaganze ed immaginazioni di un artista di cui si celebra il trentesimo anniversario della morte ed alcune opere di Picasso in un dialogo tra i due artisti "influencer" dei primi del '900.
l duplice sentimento di ammirazione e rivalità è stato evidente per tutta la loro relazione, e la pittura cubista di Picasso ha certamente incoraggiato Dalí a sperimentare l'uso di forme in chiave cubista e portato la sua arte ad evolversi verso il concetto di tridimensionalità.
SALVADOR DALÌ - Traiano a cavallo (2/8), 1974
SALVADOR DALÌ - Le Sexe des Anges, 1965
SALVADOR DALÌ - Dessin Erotique, 1931
SALVADOR DALÌ - Orologio molle
SALVADOR DALÌ - Visage de femme, 1950
SALVADOR DALÌ - Space elephant, 1980
EDIZIONE MULTIPLO DI PROVA D'AUTORE DA ORIGINALE DI DALÌ - Vision of the Angel, 1977
SALVADOR DALÌ - The chandelier of Immortality couple, 1975
SALVADOR DALÌ - Virgin of Port Llga, 1969
SALVADOR DALÌ - Nude on stairs, 1970
EDIZIONE MULTIPLO DI PROVA D'AUTORE DA ORIGINALE DI DALÌ - Perseus, Tribute a Benvenuto Cellini
SALVADOR DALÌ - Winged Triton, 1972
OGGETTI STRAVAGANTI
Salvador Dalì inizia a produrre oggetti surrealisti a partire dal 1930, vincolati ad un metodo di esplorazione del subcosciente ogni volta enigmatico e complicato, partecipa a partire dal 1933 a molte esposizioni surrealiste dedicate ad oggetti di uso quotidiano convertiti in opere d'arte.
Le sculture – mobili della Collezione Paranoica simbolizzano la visione soggettiva di un oggetto. Nel 1957, con un incarico dei proprietari dell'hotel "Presidente" di Acapulco in Messico, Dalì realizza con una serie di disegni, vari oggetti surrealisti per il giardino e per la discoteca dello stesso hotel: per entrare in albergo i visitatori avrebbero dovuto fare delle scale dentro un Nautilus gigante, entrando dal mare con zampe di mosca a 15 metri dal suolo, servendosi di posaceneri installati sopra il carapace di tartarughe viventi che circolavano libere per l'hotel e specchiarsi nel bagno con degli specchi che contenevano formiche vive che camminavano dentro il lavandino a forma di viso di Zeus con la barba che dispensava profumo.
Dalì realizzo i bozzetti distinti per la realizzazione del club notturno dell'albergo prodotti fedelmente dalla Collezione Paranoiaca.
SALVADOR DALÌ - Lips Sofa, 1957, executed in 2017
SALVADOR DALÌ - Occhio, 1957, executed in 2017
SALVADOR DALÌ - Testa spiritosa (lavabo), 1957, executed in 2017
SALVADOR DALÌ - Formicaio, 1957, riprodotto nel 2017
SALVADOR DALÌ - Aragosta, 1957, executed in 2017
SALVADOR DALÌ - Tortoise, 1957, executed in 2017
Info Mostra
L'IMPOSSIBILE E' NOTO
Convitto delle Arti Noto Museum, Noto
Artisti
Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Roberto Marcello, Baldessari, Carlo Carrà, Arturo Ciacelli, Julius Evola, Antonio Fornani, Francesco Cangiullo, Fortunatodepero, Nicolay Diulgheroff, Giulio D'anna, Gerardo Dottori, Pippo Oriani, Enrico Prampolini, Vinicio Paladini, Mino Rosso, Luigi Russolo, Gino Severini, Mario Sironi, Tato, Lucio Venna, Eadweard Muybridge, Jean Metzinger, George Braque, Pablo Picasso, Salvator Dalì, Giorgio De Chirico, Max Jacob, Fernand Léger, Robert Delaunay, Wassily Kandinsky, Paul Klee, Frantisek Kupka, Man Ray, Andre Masson, Max Ernst, Juan Mirò, Marinetti E Rammellzee.
Tipologia contenuti
Oli, Disegni, Acquerelli, Grafiche, Sculture, Oggetti di design
Audioguida
Italiano e Inglese
Dispositivo: Cellulare personale
Modalità
Applicazione disponibile in loco utilizzando la rete wifi della mostra
Wi-fi
Copertura in tutti gli spazi espositivi
Date della mostra:
11 Aprile – 10 Novembre 2019
Orari
Aprile, Maggio e Giugno
dal Lunedì al Venerdì dalle 10,00 alle 20,00 (ultimo biglietto alle 19,00).
Sabato e Domenica dalle 10,00 alle 23,00 (ultimo biglietto alle 22,00).
Luglio, Agosto e Settembre
dal Lunedì alla Domenica dalle 10,00 alle 24,00 (ultimo biglietto alle 23,00).
Ottobre e Novembre dal Lunedì alla Domenica dalle 10,00 alle 20,00 (ultimo biglietto alle 19,00)
Modalità di pagamento
contanti e pos
Bookshop
Aperto negli orari di apertura mostra
Biglietti
Intero 12,00€ Ridotto 7,00€ (over 65 e gruppi di min. 6 persone)
Ridotto 6,00€ (residenti, universitari e ragazzi fino ai 18 anni)
Ridotto 4,00€ ( scuole )
Open 12,00€ + 1,50€ diritto di prevendita
Omaggio: Bambini fino a 6 anni non compiuti, giornalisti previo accredito ai fini di servizio, membri icom, guide turistiche regolarmente autorizzate all'esercizio della professione, due insegnanti accompagnatori degli studenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, pubbliche o private, regolarmente prenotati e autorizzati dal capo d'istituto, un accompagnatore per gruppo, disabili e invalidi riconosciuti dalla legge con un accompagnatore, le cariche dello Stato in rappresentanza ufficiale.
Prevendita:
www.ticket24ore.it
Tutti i biglietti includono l'audioguida.
Visite guidate:
su prenotazione
associazione guide turistiche Catania.
Info line 366-87.08.671
email: guidect.eventi@gmail.com
Ufficio stampa
Alfio Grasso – tel. 338-33.69.621 grassoalf@gmail.com
Infoline: Info point Noto tel. 339-48.16.218