Introduzione
Luigi de Magistris,
Sindaco di Napoli
14 febbraio 1909: pubblicazione del Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti. Mi potreste correggere e dire 20 febbraio 1909, "Le Figaro"! No, perché Napoli arriva prima di Parigi, esattamente sei giorni prima. Pochi sanno, anche tra gli specialisti, che il movimento futurista fu presentato sul periodico napoletano "La Tavola Rotonda" dell'editore Bideri il 14 febbraio 1909. Ecco quindi che, ancora una volta, Napoli è un passo avanti, pronta ad accogliere le novità, una città aperta, colta, vivace.
Dopo pochi mesi, il 29 aprile, la presentazione ufficiale al Teatro Mercadante ed è un cantore delle anime napoletane ad abbracciare i nuovi venuti, i futuristi: "Ai cari amici un augurio per la loro nobile missione di promozione di un nuovo ideale di arte in Italia, da parte di un amico che ha avuto la fortuna di applaudirli", scrive Vincenzo Gemito a Boccioni e Marinetti.
Sono passati ormai più di vent'anni dalle due importanti mostre realizzate qui a Napoli sulla pittura futurista: una nel 1996, "Futurismo e Meridione", nella completa estensione cronologica del movimento; l'altra nel 1990, "Aereo e Pittura", sugli anni trenta e sul momento dell'aeropittura.
Siamo felici di ospitare oggi questa mostra che ci racconta dagli albori fino alla fine degli anni venti questo movimento artistico. "Il futurismo: anni '10 - anni '20" ci porterà a comprendere il periodo dell'"arte meccanica futurista", ipotizzando e cercando di dimostrare, con i capolavori dei più importanti esponenti di questa corrente, la gemmazione di temi e motivi che caratterizzano il futurismo.
Castel Nuovo — Maschio Angioino si presta ancora una volta ad accogliere gli amanti dell'arte, cittadini e turisti, assolvendo la funzione di luogo cittadino della cultura non solo per il noto museo ma anche per esposizioni temporanee, come questa, che si pregia di ospitare.
Sono certo che non solo gli appassionati dell'arte raccoglieranno positivamente l'offerta colta della mostra ma anche il grande pubblico, alla luce di un'impostazione divulgativa che questa bella esposizione propone in una città in pieno rilancio culturale.
Nino Daniele, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli
Accogliamo il ritorno dei futuristi a Napoli, nella bella e ricca esposizione del Castel Nuovo, come si accoglie un ospite atteso da tempo eppure già familiare, importante, impegnativo, ma non scontato e usuale, bensì inquietante come un libro nel quale ci si aspetta di trovare più domande che risposte. La mostra non ha ambizioni di completezza sull'intera vicenda durata più decenni, ma vuole riaprire un dibattito mettendo al centro il nucleo ideativo di par-tenza, con nuovo sguardo sul Novecento dall'aereo della mondializzazione.
La globalizzazione ha per effetto e presupposto la cancellazione del mito del progresso. Si è svuotata di senso la parola futuro. Cosa hanno da dirci ancora i "futuristi"? Co-sa ha da dirci questa controversa avanguardia sull'enigma dell'umano nella fase di massima espansione della potenza "della macchinazione" e del suo tragico nichilismo?
A partire dal loro fondatore i futuristi ci si presentano come implacabili innovatori, insofferenti di limiti e convenzioni, provocatori, irrequieti e instancabili inventori di scenari inauditi. Irrompono sulla scena culturale italiana e poi europea, diventandone la prima grande avanguardia artistica, e si manifestano fin dall'inizio come una forza incontenibile. Travolgente nella sua passione per il nuovo: niente di quel che era è destinato a restare immutato. Creatore di tanta parte dell'immaginario contemporaneo il futurismo, allo stesso tempo, ne è l'esploratore fino ai più remoti confini, il vivisezionatore, demolitore talvolta, animato da sacro entusiasmo per lo sviluppo, il movimento, il motore, la macchina assurta a simbolo di una nuova idea del moderno.
È questa la forza che irrompe nella storia e nella cultura di un Paese per tanti versi arretrato. Vi resterà in ogni campo un ineludibile punto di riferimento, ma è nella produzione artistica che essa agisce più a fondo, che produce i suoi frutti migliori e più duraturi, che modifica in maniera più profonda la scena culturale italiana.
È per questo che accogliamo il ritorno dell'arte dei futuristi a Napoli con una esposizione che ridia forza propulsiva alla definizione stessa di evento culturale e ne riaffermi l'importanza, suscitatrice di rinnovati dibattiti su questioni di fondo del nostro passato e del nostro presente. Essa ci presenta questo movimento artistico dai suoi inizi alla fine degli anni venti, anni decisivi per la cultura e l'arte del Novecento e per l'intera storia dell'arte contemporanea. Pensata e progettata per Napoli, giunge attesa e opportuna in una città che non solo è stata negli ultimi anni ed è oggi uno dei più vivaci laboratori creativi di arte contemporanea, ma ha accolto sempre con grande partecipazione e curiosità esposizioni delle opere di artisti tra i più grandi della nostra epoca. Le vie del progresso civile non sono perdute. La tragica ambiguità del moderno può riaprir-ci strade nuove se avremo il coraggio di esplorarle senza sudditanze e complicità con potenze inaudite e oppressive in modi mai visti.
Alessandro Nicosia
Presidente di C.O.R. Creare Organizzare Realizzare
Con il futurismo per la prima volta assistiamo alla precisa ed espressa volontà da parte di un'avanguardia di cambiare il mondo e le forme della comunicazione trasformando, in uno stretto legame tra arte e vita, la cultura da appannaggio di pochi a bene di tutti.
La mostra presentata a Napoli, al Maschio Angioino, nella prestigiosa cornice della Cappella Palatina, ricostruisce i cambiamenti apportati dal movimento futurista alla vita e alla percezione dell'uomo nel mondo tecnologico, con particolare riferimento all'interazione tra l'uomo e la macchina a partire dagli anni dieci fino alla fine degli anni venti del Novecento.
L'esposizione si pone come obiettivo quello di guidare il visitatore in un percorso dalle origini del divisionismo di Balla e Severini, soffermandosi sull'uso della luce, al dinamismo pittorico e alla moltiplicazione sequenziale in Balla stesso, dando poi risalto al confronto tematico tra i soggetti dinamici di Carrà, Boccioni, Russolo, Dottori.
In questo quadro di riferimento spiccano straordinari capolavori, scelti mirabilmente da Giancarlo Carpi, curatore dell'esposizione con Francesca Villanti, tra i quali mi piace ricordare: Ritratto di Augusta Popoff di Umberto Boccioni del 1906, preludio divisionista all'avventura inter-nazionale del futurismo; Architettura di Antonio Sant'Elia del 1912, esempio di quell'architettura coerente con l'evoluzione urbanistica della modernità auspicata dai futuristi; Cavallo e Cavaliere di Carlo Carrà del 1915, emblema di quell'immagine dinamica volta a eliminare la legge fissa di gravità dei corpi; gli studi del 1912 sulle Compenetrazioni iridescenti di Balla, che costituiscono il primo tentativo di analisi delle strutture elementari della visione in rapporto alla pittura; Simultaneità architettonica di Enrico Prampolini del 1921 circa, che riassume l'unità d'azione tra uomo e ambiente; infine "Le arance di Sicilia" di Fortunato Depero del 1927 circa, che conclude il percorso espositivo con un'esplosione continua di invenzioni e fantasie che lo avvicina all'arte pubblicitaria.
Sono certo che non solo gli appassionati dell'arte raccoglieranno positivamente l'offerta colta della mostra ma anche il grande pubblico, alla luce di un'impostazione divulgativa che questa bella esposizione propone in una città in pieno rilancio culturale.
Un ringraziamento a quanti hanno contribuito alla realizzazione del progetto, in particolare all'Amministrazione Comunale con la quale si è avviata una fattiva collaborazione nelle più trasparenti logiche di rapporto pubblico-privato.
Info Mostra
IL FUTURISMO anni 10 - anni 20
Cappella Palatina del Maschio Angioino - Napoli
Lungarno Gambacorti 9
Tel 081/5628040
Sito web: www.etes.it
Date della mostra:
19 ottobre 2018 – 17 febbraio 2019
Orari
Dal lunedì al sabato 10:00 – 19:00
Domenica e festivi 10:00 – 14:00
La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti
Dal lunedì al sabato
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00
Il biglietto comprende l’ingresso alla mostra e al Museo Castel Nuovo – Maschio Angioino
Domenica
Intero € 8,00 – ridotto € 6,00
Il biglietto è per la sola visita alla mostra