Mediante un crescente e deciso impegno nell'attenzione per le "arti minori", si evidenzia nell'opera di Gerardo Dottori l'opportunità di superare le divisioni settoriali tradizionali dell'arte e contribuire così alla "Ricostruzione Futurista dell'Universo".
La sala da pranzo di casa Cimino, progettata da Gerardo Dottori all'inizio degli anni Trenta con evidente stile futurista, senza però l'essenzialità povera di analoghe realizzazioni di Balla, Depero e Pannaggi, si tratta di un gruppo di complementi d'arredo dove l'eleganza si coniuga con le linee, le forme e i colori del linguaggio futurista. Potremmo dire mobili futuristi, sì, ma per famiglia borghese. L'insieme dei pezzi è basato sulla ricerca del dinamismo e dell'eleganza stilistica, con vivaci tonalità cromatiche rese brillanti anche dalla particolare lucidatura del legno abbinata al bianco dei cristalli, incastonati nella sinuosità delle forme. Dottori non abbandonò mai, nella scelta dei materiali, nonostante la ricerca verso la modernità, i rassicuranti e opulenti legni di macassar e di ebano, tipici dello stile Liberty, introducendo però un nuovo razionale disegno di elementi modulari e geometrici di gusto assolutamente futurista.
È da sottolineare la mancanza di quel senso di artigianalità povera propria dei mobili futuristi quali secondo il Manifesto Futurista: "saranno pratici, comodi, utili, eleganti, iridescenti, economici e soprattutto igienici, ma Dottori in questo caso dimostra, semplicemente, la propria "autonomia stilistica" senza discostarsi comunque dall'idea futurista. La stessa abitazione di Dottori, progettata nel 1926, era ambientata futuristicamente e all'interno vi erano numerosi arredi di semplice fattura decorati con motivi coloratissimi e dinamici. Altri progetti di mobilio sono stati realizzati da Dottori intorno al 1922-1923. Si notano in essi influenze del tanto odiato e passatista stile Liberty, definito erroneamente dallo stesso Manifesto "una porcheria ibrida e banale rifritta con rifiuti di vecchi stili e decorazioni di moderne bettole, che l'artista sicuramente ideò in precedenza unicamente per concorsi di artigianato e industria, che comunque non si discostano da quella tipologia di mobilio a metà tra il "borghese e il futurista" di cui è un esempio importante, appunto, la Sala da pranzo di Casa Cimino.
L'ideazione e la realizzazione di questo mobilio è frutto della collaborazione fra il committente, Guido Cimino (figura poliedrica di intellettuale e importante mecenate dell'artista) e Dottori. All'inizio degli anni Trenta, nasce l'idea di realizzare la sala da pranzo: due mobili, un tavolo quadrato allungabile, due tavolini piccoli triangolari da muro, due portaoggetti divisori, quattro appliques e otto sedie. Il legno usato è pregiato, come accennato, contrariamente a quello di tipo povero solitamente usato dai futuristi. È lucidato e colorato con vernici trasparenti: verde marcio e rosso vinaccia che lasciano trasparire le venature. Le sedie sono ricoperte in pelle rossa, due in verde: quelle da abbinare al tavolino da muro triangolare, anch'esso verde. Lo stile complessivo, seppur improntato a un certo lusso, è ispirato a forme geometriche futuriste e a materiali come il metallo inusuali per i mobili dell'epoca. I piedi dei mobili sono rotondi, di forma dentata di cristallo colorato, eleganti, leziosi e originali allo stesso tempo.
Il Buffet ha l'alzata a forma di triangolo isoscele con quattro ordini di ripiani e una parte chiusa sottostante. Ha applicati elementi triangolari in metallo disposti a guisa di frecce orientate verso il basso, che fanno pensare, insieme alla forma triangolare dell'alzata, alle forme ascensionali di molti dipinti coevi dell'artista. Le Appliques a forma di piramide rovesciata, hanno vetri colorati incorniciati in legno.
Il Controbuffet presenta nell'alzata un elemento sovrastante a forma di diamante che si appoggia nel punto di congiunzione dei vertici di due triangoli rettangoli, sempre in legno e con un ripiano. Forme triangolari di metallo, due delle quali con la punta rivolta in alto, e altri quattro convergenti al centro, sono applicate sull'alzata, mentre la parte inferiore presenta, ritagliati negli sportelli, forme poligonali in cristallo con vertici accentuati rivolti in alto.
G. Balla, Velocità + rumore (motivo per stoffa), 1913 | |
R.M. Baldessari, Dinamismo di forme dinamiche (forme dinamiche 16°), 1915 ca. |
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F. Depero, Figura birillo, 1920 |
Benedetta Cappa Marinetti, Ritmi di rocce e mare, 1929 |
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G. Dottori, Volo sull'oceano, 1929 |
E. Prampolini, Rarefazione siderale, 1940 |
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Info Mostra
Ambientazioni futuriste
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Data della mostra
22 novembre 2009 - 13 febbraio 2010
Catalogo edito da GANGEMI EDITORE, Piazza San Pantaleo 4, Roma
www.gangemieditore.it