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Esposizioni
IERI
Avvenimenti nazionali ed internazionali sul Futurismo e su altri temi correlati ampiamente documentati da comunicati stampa, testi critici ed immagini fotografiche.







Bicicletta Bianchi pista, 1946-1948






GERARDO DOTTORI
Ciclista, 1914






Alfa Romeo Gran Premio Tipo 159 Alfetta, 1951






GIACOMO BALLA
Automobile+velocità+luce, 1913






ETR 250 Arlecchino, 1960






LUIGI RUSSOLO
Dinamismo di un treno in corsa nella notte, 1911 circa






Fiat, elica a motore stellare Fiat A.50 (particolare), 1928






GERARDO DOTTORI
L'aviatore, 1928
 




Il Mito della Velocità


Arte, motori e società nell'Italia del '900


Palazzo delle Esposizioni, Roma

19 febbraio - 18 maggio 2008









Palazzo delle Esposizioni


















Il mito della velocità
Il mito della velocità



   Una delle più note leggende della storia del cinema riguarda L'arrìvée d'un train engare de La Ciotat dei Fratelli Lumière (1895), secondo la quale la sequenza filmata di un treno in rapido avvicinamento alla stazione avrebbe creato il panico tra gli spettatori del tempo, riparati tutti in fondo alla sala, incapaci di distinguere tra schermo e realtà, e terrorizzati all'idea di venire travolti.

 

   Al gesto così rivoluzionario di rendere una macchina protagonista assoluta di una storia, allo spavento naif del pubblico di allora, a quel racconto esclusivamente improntato sul dinamismo si è tentati di associare l'avvio del concetto contemporaneo di velocità; un concetto che ha in sé un'accezione positiva e negativa, progressista per definizione ma anche generatrice di paure e di rischi. E tuttavia, proprio per questo, ancor più seducente, fino a diventare mania, ossessione febbrile, il mito per eccellenza della modernità.

 

   Ripercorrere la storia del Novecento attraverso le forme che questa categoria mentale ha generato nei linguaggi della creazione (dal cinema alle arti visive, dalla moda al design) diventa dunque occasione privilegiata per ragionare sul tema della modernità e per dimostrare quanto assolutamente centrale sia stato il ruolo svolto in questo ambito dal pensiero progettuale e creativo italiano.

 

   Un viaggio nel tempo e uno sguardo verso il futuro, ma anche un motivo di riflessione che ci consente di valutare il vero senso del termine 'velocità', come concetto che porta lontano, che guarda alle grandi sfide del futuro. Fondamentale in questo senso è il contributo dato alla mostra dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: le innumerevoli possibilità di comunicare senza i vincoli del tempo, la trasmissione delle immagini, oltre alle infinite applicazioni che la ricerca offre in ogni campo, sono infatti frutto di studi che hanno visto il nostro Paese porsi in prima linea.

 

   Vorrei allora sottolineare il significato e l'importanza che quest'esposizione assume nella programmazione di un'istituzione come il rinnovato Palazzo delle Esposizioni che nella sua storia antica e nuova, nel suo statuto di luogo deputato al racconto del Novecento, nella sua vocazione a rappresentare la modernità, dovrà sempre saper alternare mostre di impianto tradizionale ad eventi di più ampia concezione, approfondimenti monografici su singole figure di artisti a grandi rassegne tematiche, particolarmente adatte - queste ultime - a descrivere la complessità e la ricchezza del mondo contemporaneo.

 

   L'idea di tematizzare il mito della velocità in un momento storico afflitto dalla fretta, dalla tendenza a consumare rapidamente il tempo, nasce anche dall'esigenza di recuperare quella componente visionaria propria dell'originario impulso alla dinamicità: investire nella ricerca di modi sempre migliori di vivere il rapporto spazio-tempo e progredire nella progettazione di quei mezzi che hanno dato all'uomo moderno la possibilità di raggiungere non soltanto luoghi fisici ma obiettivi e traguardi mentali considerati irraggiungibili.

 

 

 

Catalogo edito da Giunti Industrie Grafiche S.p.A. - Prato

 
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