La GAM di Torino apre la stagione espositiva dell'autunno 2007 con questa grande mostra internazionale dedicata alla tecnica più rappresentativa del XX secolo, il collage: una pratica sperimentale iniziata da Braque e Picasso nel 1912, applicando al montaggio di carte incollate i principi della scomposizione cubista,
poi accettata da futuristi e dadaisti sino alla svolta surrealista del primo dopoguerra quando Max Ernst e Andrè Breton dettero libero corso alle associazioni oniriche dell'inconscio, nel gioco dei ritagli contrapposti (spesso usando e parodiando le citazioni ottocentesche).
Se anche l'analisi degli astrattisti più rigorosi prediligeva la verifica formale di questa tecnica povera, recupero di materiali dismessi sperimentato da Schwitters originava invece un imprevisto sviluppo nelle avanguardie successive, coinvolte nella pratica del collage e dell'assemblage, con un ampio spettro di soluzioni sino agli anni sessanta (e oltre).
La sezione finale della mostra dedica largo spazio a queste esperienze, con opere di Dubuffet, Burri, Baj, sino ai décollage dei Nouveaux Réalistes ai Combine Paintings di Robert Rauschenberg.
Da qui la scelta, forse non facile, ma speriamo intrigante, di un titolo che unisce al termine ormai ben noto di collage (il modo di incollare i frammenti di carta) il plurale francese e inglese, per indicare prima il collante unitario delle procedure e poi il così ampio e diversificato ventaglio di esperienze che hanno coinvolto tanti artisti europei e statunitensi nel cinquantennio compreso tra il secondo decennio del Novecento e gli inizi degli anni sessanta.
Di questo lungo percorso la mostra intende dar conto, con una diversificata proposta di opere che, per la fragilità dei materiali impiegati, sono divenute estremamente preziose, e perciò tutelate
da normative severissime, che prevedono per le raccolte pubbliche un periodo di riposo e una pausata alternanza tra le esposizioni alla luce di questi fogli.
Non è stato facile quindi ottenere una cosi larga serie di prestiti dall'Italia e dall'estero come l'eccezionale sequenza di collage di Carlo Carrà o i rarissimi Juan Gris, che con i Picasso, i Severini, il Braque aprono la mostra, sino al portfolio "Jazz" di Matisse, esposto nella sua interezza, o al Rauschenberg reduce dalle grandi mostre di Parigi e Stoccolma, che chiude il percorso.
Devo quindi nel mio ruolo istituzionale ringraziare, ancor più del consueto, il lungo elenco dei prestatori, tanto i collezionisti quanto i musei, nazionali e internazionali che ancora una volta hanno dato piena fiducia alla GAM, ne hanno condiviso il progetto espositivo e apprezzato le strutture e il gruppo di lavoro, già sperimentato nella precedente esposizione torinese del febbraio 2006 dal titolo "Metropolis. La città nell'immaginario delle avanguardie".
Il pubblico e la critica in quella occasione furono coinvolti da una mostra che metteva a fuoco un tema centrale delle avanguardie (la città contemporanea) e da un catalogo rigoroso che ne analizzava la complessità.
Ci auguriamo che anche questo secondo modulo, centrato su una tecnica e sulle sue varianti linguistiche, possa ottenere un successo analogo.
Giovanna Cattaneo Incisa
Presidente della Fondazione Torino Musei
Info Mostra
COLLAGE / COLLAGES
dal Cubismo al New Dada
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