Futurismo in Sicilia

(1915-1934)


Chiesa del Carmine, Taormina

27 maggio - 16 ottobre 2005

a cura di Anna Maria Ruta







   Nel maggio del 1928 i futuristi siciliani, Corona, Rizzo e Varvaro, esponevano a Taormina dipinti e prodotti d'arte applicata in una sala a loro destinata dagli organizzatori della 'Prima Mostra di Arti Decorative Siciliane', che voleva essere un remake meridionale delle Biennali di Monza, purtroppo senza seguito.

   Nel maggio del 2005, non diversamente odoroso e colorato dell'altro, i futuristi, e questa volta non solo siciliani, sono ancora a Taormina con una mostra, alla chiesa del Carmine, che accoglie più di novanta opere di trentaquattro artisti di tutta Italia, ispirata alla topografia del futurismo nazionale documentata nella prima grande 'Mostra futurista' di Palermo del giugno 1927, inclinante sul versante del Manifesto dell'arte meccanica. Ma si è attinto anche al ricordo dell'ugualmente importante "Mostra di Aeropittura e Arte sacra", organizzala a Palermo nel 1935, settanta anni fa. Per questo un ampio spazio è dedicato al messinese Giulio D'Anna, uno dei più significativi aeropittori del panorama italiano.

   Così, attorno a un più nutrito nucleo di artisti siciliani - interessante lo presenza di raro collage inedito di Mimi Lazzaro, quasi certamente esposto a Torino nell’”Esposizione Futurista Internazionale” del salone del Winter Club del 1922, e delle plasticaricature del palermitano Rodolfo Castellana, non più in mostra dagli anni venti -, alla chiesa del Carmine si potranno ammirare opere del gruppo torinese (Fillia, Oriani, Pozzo, Zucca, a Palermo in entrambe le esposizioni), di toscani, umbri, emiliani, romani attorno al maestro Balla: l'internazionale Prampolini e Benedetta Cappa Marinetti, molto legata alla Sicilia come il marito e per sempre presente a Palermo con le sue belle e imponenti tele nel palazzo delle Poste. E ci sono anche i calabri e il roveretano Depero, che non espose a Palermo, ma aveva messo in vetrina a Messina nel 1926 e nel 1927 le sue coloratissime tarsie e lavorava vicino alla città dello stretto per il carissimo amico Guglielmo Jannelli. E Thayaht, anch'egli non presente a Palermo, ma molto amico di Rizzo e della Sicilia, luogo anche di alcuni suoi raffinati acquisti.

   L'Italia dal nord al sud unificata dall'arte.

   La selezione delle opere da esporre in mostra è stata effettuata tra quelle presenti a Palermo nel 1927 e nel 1935; là dove non è stato possibile averle in prestito o reperirle, si è optato per esporne altre, disponibili e affini. Per quanto riguarda gli artisti siciliani, il campo di selezione è stato esteso oltre i confini delle due mostre precedentemente citate, in modo da avere la possibilità di rendere noti anche alcuni inediti.

   Un organigramma di dipinti e sculture - unica quella di D'Anna - che vuole ricreare nella perla del Mediterraneo, di fronte al vulcano nella cui lava Marinetti individuava una metafora del futurismo stesso, un'esplosione di quel binomio luce-colore che la natura, e quella mediterranea in particolare, da sempre suggerisce all'arte, la quale a suo volta lo carica nuovamente dei suoi significati simbolici.

Anna Maria Ruta










THAYAHT
Bozzetto per - il grande nocchiero -, 1939 circa







GIOVANNI VARVARO
L'uomo delle stelle, 1928 ca.







FILLIA
Mistero aereo, 1931 ca.







GIULIO D'ANNA
La lettrice futurista, 1933





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Catalogo edito da Silvana Editoriale spa disponibile presso la mostra.