Una mostra con un duplice tema che presuppone un'indagine comparata è sempre stimolante per le occasioni di riflessione cui da origine e tanto più il tema e meno artistico, interno alla disciplina stessa, tanto più è appassionante per i corti circuiti inattesi che fa scaturire.
Arte e Sport. Cultura e movimento, confronto con se stessi e gli altri, agonismo.
L'arte ha sempre guardato affascinata il corpo dell' atleta e la componente di umanità che nello sport è così immediatamente rivelata. Ne ha spesso cercato e celebrato i valori, indagando ancor più di frequente la psicologia dei suoi protagonisti, colti sovente nella loro condizione solitaria. Valga per tutti la celebre scultura greco-romana del pugile seduto con bende alle mani e gomiti sulle ginocchia, non in combattimento quindi, ma in riflessiva stasi.
D'altro canto le individualità degli atleti si fondono nell'unità e integrazione della squadra o si mescolano con la partecipazione della folla fornendo altri elementi di fascinazione per l'arte che a più riprese li esalta cogliendo gli istanti cruciali o il diapason emotivo degli eventi.
Via via procedendo storicamente si hanno ripetuti punti di raccordo tra arte e sport, ora volti alla continuazione di antichi valori risalenti alle motivazioni comunitarie ed etiche che furono all' origine dei primi giochi greci collettivi, ora proiettati nella modernità o nel futuro, nel segno del dinamismo, della velocità o della loro intrinseca valenza sociale.
Un fenomeno che da sempre ed ovunque ha prodotto eroi e miti, dall'antico discobolo e dai giovinetti spartani (soggetto in epoca moderna di un terso dipinto di Degas) ai protagonisti del più popolare sport dei nostri giorni, il football, oggetto di interesse anche di un poeta come Saba, non poteva non attirare l'attenzione dell'ipertesa sensibilità artistica: un fenomeno che porta tutte le settimane oltre cinquantamila persone a sedersi sui gradini di uno stadio, moderna versione dell'arena, non poteva lasciare indifferente l'intelligenza attenta degli artisti.
È così che questi eroici protagonisti di tutti i tempi sono entrati a popolare dipinti e a dare forma a sculture che vengono qui offerte in una ordinata e coerente esposizione, costituendo una congrua serie di incuriositi interrogativi sulla natura di tale attività non finalizzata ad altro che al raggiungimento di un traguardo o al superamento di un limite.
Prevalentemente maschile diremmo, se ci fosse consentito un appunto all'attenzione degli artisti che sembra preferire le donne in altre attitudini e attività, nonostante lei loro sempre più massiccia ed evidente presenza in pressoché ogni disciplina sportiva con relativa formazione di idoli e icone (vedi per tutte la Williams).
Equilibra il panorama di maschie presenze l'ironia di un Bertini che mette in chiaro i ruoli che gran parte della società attribuisce a uomini, macchine e universo femminile.
In ogni esempio tuttavia è colto un denominatore comune che è insieme l'anima dello sport e quella dell'arte e che ci appare così essenziale all' inizio di un secolo insanguinato quanto il precedente: l'indicazione della qualità etica della vita, il desiderio di esprimere tutte le proprie potenzialità fisiche e morali, la necessità di libertà e di rispetto reciproco che costituiscono il punto d'incontro in cui lo spirito dell'atleta si fonde con quello dello sportivo e dell'artista.
Mirella Panepinto
Direttore artistico della mostra
Con le Sale delle Capriate il DART - Chiostro del Bramante apre ufficialmente un nuovo spazio espositivo riservato a un avvicendamento dinamico di eventi e mostre che affiancheranno costantemente le esposizioni di più lunga durata del Chiostro.
La prima esposizione ospitata in questo nuovo spazio è dedicata al rapporto Arte e Sport visto nel quadro della cultura italiana del Novecento, un tema che offre l'occasione di percorrere con un'inedita linea-guida singolari espressioni artistiche di protagonisti dell'arte italiana del secolo scorso, da un Boccioni prefuturista alla più recente figurazione post pop.
Apparentemente lo sport e l'arte sono due ambiti piuttosto distanti e spesso gli intellettuali, che hanno, va da sé, il culto dell'arte, hanno parimenti in altezzoso spregio lo sport, che non praticano, salvaguardandone ovviamente le nobili origini e gli alti ideali.
Coloro che salvano il rapporto e lo conducono ad altissime vette di indagine ed espressione sono gli artisti che spesso rappresentano, insieme con i mistici, la coscienza più spregiudicata (senza pregiudizio) della società.
Dagli apollinei esempi dell'antica Grecia al riflesso delle vanitas nazionaliste d'inizio Novecento sino alla completa frammentazione e contaminazione dei nostri giorni, l'attenzione dell’arte per questa manifestazione fisica, intellettuale e morale dell'umanità, pur con alterne vicende, non si è mai interrotta, andando spesso di pari passo con la considerazione sociale che lo sport e in genere l'attività fisica ha avuto nei diversi periodi e Paesi.
Il Novecento, grazie alla vertiginosa corsa del progresso tecnologico che ha portato tutte le attività umane a una esponenziale accelerazione, ha guardato con particolare e insistito interesse alle pratiche sportive, in cui la tecnologia e gli affari sono scarsamente penetrati, sino a trasformare gli atleti in dispositivi perfetti di agonismo macchine per vincere e guadagnare, e tuttavia deve ancora tare i conti con un plus necessario di carattere, coraggio, determinazione, forza d'animo, abnegazione, che fanno di un atleta un campione.
L'accento è così portato all'aspetto più umano come lato infondo più creativo e forte, capace di toccare il bisogno di riconoscersi delle persone, le stesse che si affollano ai bordi di una competizione o di un incontro, sia della dura e per alcuni versi primitiva boxe. sia del più signorile tennis o dello snobistico golf, del popolare e miliardario football come del faticoso "giro", delle giovanilistiche gare motociclistiche o della supersmartset formula Uno.
E nell'excursus della mostra si ha evidente l'evoluzione che ha avuto nella cultura italiana la considerazione dello sport, nel passaggio della pratica di eroi soli fari a quella delle partecipazioni collettive e dei bagni di folla.
Un excursus che ci immette nell'ebbrezza delle pulsioni agonistiche, delle sfide contro il tempo o momentanei avversari, o anche solo contro i propri limiti e farci coinvolgere in questo viaggio tra due mondi e due discipline cui migliaia di anni di storia danno un incontestabile valore.
Patrizia de Marco
Presidente Chiostro del Bramante
Info Mostra
Arte e Sport nel '900 italiano
DART Chiostro del Bramante
Sala delle Capriate
Roma
Catalogo edito da Edizioni Gabriele Mazzotta, Foro Buonaparte 52 - 20121 Milano.