Il Futurismo è stato l’unico grande
movimento d’avanguardia nell’arte italiana della prima metà del secolo, che sia
riuscito a stabilire contatti in ambito internazionale ed a presentarsi come un
gruppo sorretto da manifesti e teorie estetiche a tutto campo, dalle arti visive
alla moda, dalla scenografia all’architettura, dalla musica alla fotografia.
Grazie alla forza d’urto delle idee
dei suoi protagonisti ed al modo dirompente con cui queste sono state enunciate,
si pone decisamente, a partire dal 1909, come uno dei movimenti più
rivoluzionari e moderni di inizio secolo.
Le sue ripercussioni a livello sia
pittorico che scultoreo vengono individuate e sviluppate attraverso la mostra
“Dal Futurismo all’Astrattismo” (a cura di Enrico Crispolti con la
collaborazione di Marco Tonelli) presso il Museo del Corso in Roma, sede
espositiva della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma.
Questa mostra vede la presenza di
68 artisti per 85 opere, praticamente una panoramica emblematica ed esaustiva
sui più importanti ed affermati protagonisti dell’astrazione italiana della
prima metà del secolo, di cui sono stabilite relazioni di influenza, di cultura
e di umore con la ricerca futurista.
È all’interno della poetica
futurista infatti che si formulano per la prima volta in Italia ipotesi di
quella che è comunemente definita “arte astratta”, indipendentemente ed anzi in
opposizione all’astrazione lirica di Kandinskij o geometrico-metafisica di
Malevitch.
Futurismo “analitico” – primi anni Dieci
L’anno della nascita del Futurismo in pittura è il 1910, quando fu firmato il
testo La pittura futurista. Manifesto tecnico , in cui comparivano i
nomi di Balla, Boccioni, Carrà, Russolo e Severini.
I concetti chiave del manifesto si
incentrano sulla rapidità delle sensazioni nel mondo contemporaneo, in cui lo
sviluppo della tecnologia aveva potenziato la velocità dei mezzi di trasporto,
delle telecomunicazioni e dei processi stessi dell’esperienza quotidiana e del
pensiero. La pittura avrebbe dovuto saper cogliere questa nuova bellezza al di
sotto della pelle dei fenomeni, collegando realtà in movimento e situazioni
psicologiche accelerate e distanti tra di loro.
Boccioni indaga le
trasformazioni che subiscono i corpi durante il loro movimento, ritenendo che
non esiste uno stato di quiete assoluta ma che anche gli oggetti subiscono
modificazioni a livello interno, cioè atomico.
Balla riassume il
movimento in schemi ottici e lineari, attraverso quelle che chiama le linee
forza, associando il dinamismo ad un processo non tanto di simultaneità plastica
ma di addizioni fotodinamiche di stati e di successioni nel tempo.
Depero considera
l’astrazione come un modo divertito e comunicativo per ricreare artificialmente
in laboratorio dei giocattoli meccanici che possano animare magicamente il gran
teatro del mondo.
Dudreville traduce
graficamente l’essenza espressiva delle sensazioni visive e psicologiche
eliminando gli arbitri della fantasia e condensando gli stati d’animo in sintesi
di architetture emotive.
Prampolini
intuisce inizialmente dell’astrazione le possibilità autonome di scomposizione e
sostituzione della figura in costruzioni cromatiche in grado di poter essere
tradotte, col tempo, in uno spazio teatrale.
Romani mostra gli
aspetti più propriamente psicologici legati ai fenomeni naturali o ai sentimenti
umani, ritenendo l’universo un unico grande sistema di cui il suo disegno
ritrova i collegamenti cerebrali e ondulatori tra microcosmo e macrocosmo.
Severini applica
il concetto di simultaneità di rumori, suoni, odori, impressioni visive,
all’ambiente più mondano dei night o dei locali di grandi metropoli come Parigi
o Londra, intendendo l’astrazione in rapporto analogico e di luce colorata con
la realtà.
Futurismo “sintetico” - secondi anni Dieci
A partire dal 1915 il Futurismo attraversa una fase che può definirsi
“sintetica”, in cui la resa simultanea dei processi dinamici è portata ad un
grado di maggiore astrazione ed elaborazione di analogie formali di figure
umane, paesaggi, sensazioni uditive ed ottiche o addirittura spirituali.
Balla trasforma le
ricerche sulla durata e lo svolgimento di situazioni dinamiche in elementi di
ritmo e di decorazione pura, tanto che alcune delle opere di questo periodo
diventano motivi combinatori adattabili a stoffe e tessuti futuristi.
Dottori è affascinato da situazioni
esplosive e di forte impatto emotivo, che risveglierebbero la coscienza ed
aprirebbero le porte della percezione verso orizzonti sempre più aperti ed
infiniti.
Evola nel periodo
da lui definito di idealismo sensoriale , intende l’astrazione come un
modo per intuire l’arbitrario ed il trascendente e presagire stati mentali fuori
della realtà ordinaria.
Magnelli, che non prende parte di
fatto ai manifesti o alle manifestazioni futuriste, percepisce del movimento la
spinta avanguardista e la distruzione dei vecchi linguaggi figurativi in favore
di un’autonoma ridefinizione della forma e del colore.
Futurismo “meccanico” - anni Venti
Gli anni Venti del Futurismo possono essere contraddistinti dal manifesto L’arte meccanica, firmato nel 1922 da Paladini, Pannaggi e Prampolini. Col
termine meccanico non si intendono più la dinamica eccitazione espressa
da automobili o treni in corsa o la meccanica interna e fisiologica di cavalli
al galoppo e di uomini in movimento, bensì una diversa facoltà di concepire la
struttura razionale dell’universo, anche nel senso di un superamento delle
geometrie terrestri.
Fillia ritiene di
poter trasformare l’umanità riducendo l’uomo alle sue sole necessità funzionali,
dove sentimenti ed emozioni sono esclusi in favore di una moderna e
avveniristica idolatria per ingranaggi e congegni meccanici, capaci inoltre di
animare spazi scenici teatrali e divenire ambiente.
Prampolini, ancor
più di Fillia, perviene ad una ricerca che esalta in questi anni lo spazio
scenico ed architettonico, ricchi entrambi di prospettive multidirezionali
accordate ad un nuovo tipo di esperienza moderna che nasce a contatto con i
prodigi e le strutture della tecnologia.
Futurismo “cosmico” - anni Trenta
È il periodo definito Secondo Futurismo , caratterizzato, tra le altre
cose, dall’aereopittura a partire dal manifesto pubblicato nel 1929 con le firme
di Balla, Benedetta, Depero, Dottori, Fillia, Marinetti, Prampolini, Somenzi e
Tato.
Nello stretto ambito aeropittorico,
Dottori dispiega il suo vocabolario di forme circolari ed a ventaglio che aprono
la visione ad orizzonti di illimitata estensione, in cui suoni, luci,
prospettive, sembrano fondersi in un’ottimistica continuità ed indistinzione
atmosferica.
Fillia traduce quelli che erano
idoli meccanici in corpi trascendenti che sembrano galleggiare in uno spazio
immaginario, aperto direttamente su altri mondi, altri sistemi solari, come si
trattasse di apparizioni divine.
Anche Oriani
sembra aver condensato la nuova umanità in enormi corpi amorfi provvisti di
membra ed organi adatti per vivere in spazi siderali, proiettati al di là
dell’orizzonte terrestre in un universo incantato privo di tensioni e drammi.
È seguendo questo impulso genetico
dell’astrazione futurista che si è voluto ricostruire nelle sale
dell’esposizione la vicenda dell’arte astratta in Italia dagli anni Trenta fino
al 1960, la data dell’opera più recente in esposizione.
Si parte così dal Concretismo
degli anni ’30 formatosi principalmente intorno alla Galleria Il Milione (Melotti,
Reggiani, Soldati e Fontana). L’astrazione geometrica di questa sezione ha un
seguito nella sezione della mostra dedicata al Movimento arte concreta anni
’40-’50 , dove ad alcuni degli artisti storici del concretismo degli anni
Trenta ancora operanti, si sono affiancati, tra gli altri, Barisani, Berti,
Bonfanti, Conte, Nativi e Nigro.
Il gruppo Forma 1 ,
presente con Accardi, Consagra, Dorazio, Perilli, Sanfilippo e Turcato, è un
movimento nato a Roma che ha peraltro riscoperto gli epigoni, ancora in vita,
dell'’strazione italiana, come Balla e Magnelli.
Le sezioni dedicate alla ricerca
astratta presenta inoltre pittori come Burri, Moreni, Vacchi, Vedova, più gli
scultori Leoncillo, Mannucci, Mirko, Somaini e la figura fuori da ogni schema di
Scarpitta, riuniti tutti nella sezione dell’Informale .
L’area intitolata Astratto-concreti, raccoglie la maggior parte degli esponenti storici del
Gruppo degli Otto (Afro, Birolli, Corpora, Santomaso, Vedova), più
alcune esperienze significative nel contesto di un’astrazione lirica e
naturalistica, come Brunori, Sadun, Scialoja.
La sezione Segno e materia a
Roma riparte proprio da uno dei protagonisti storici dell’astrazione come
Prampolini , a cui sono stati affiancati Cagli, Capogrossi,
Lazzari, Scanavino, più gli scultori Colla e Guerrini.
a cura di Cesare Biasini Selvaggi
Info Mostra
Dal Futurismo all'Astrattismo
Fondazione Cassa di Risparmio di Roma
Museo del Corso
Via del Corso, 320
Roma
Tel.: 066786209
web site: www.museodelcorso.it
Orario
dalle ore 10.00 alle ore 20.00
chiuso il lunedì
Ingresso
intero € 7,50; ridotto € 5,00;
Organizzazione
EDIEUROPA
Tel.: 063220555
Fax: 063220556
e-mail: edieuropa@tiscalinet.it
Ufficio Stampa
Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel. 049-663499 fax
049-655098 e-mail info@studioesseci.net
Catalogo edito da Edieuropa - De Luca.