DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL'ORDINE

Pittura italiana del decennio cruciale 1910 – 1920


Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto, Torino

1 Marzo - 18 Giugno 2017


A cura di a cura di Nicoletta Colombo







   Il Museo Accorsi – Ometto è lieto di presentare una mostra che affronta e indaga, per la prima volta in una visione complessiva, la pittura italiana del decennio cruciale tra gli anni dieci e venti del Novecento. Curata da Nicoletta Colombo e organizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio, l'esposizione presenta 72 opere, di provenienza museale e da importanti collezioni private. La rassegna ripercorre il clima culturale italiano che segna la nascita dell'arte moderna ed esamina le nuove tendenze artistiche del decennio 1910-1920, dando seguito all'indagine sui fenomeni pittorici italiani del secolo XX, inaugurata dal museo con la passata mostra dedicata al "Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla".

    La mostra prende idealmente l'avvio dal 1910 (anno emblematico segnato dall'uscita del Manifesto dei pittori futuristi e del Manifesto tecnico della pittura futurista), con opere degli autori del Futurismo storico: Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni (Case in costruzione 1910, L'antigrazioso 1912-13), Giacomo Balla (Figure+Paesaggio 1914 e Linee forza di un paesaggio+Giardino 1918, Carlo Carrà (Guerra navale nell'Adratico 1914-1915 e Lacerba e bottiglia 1914), Gino Severini (Natura morta 1918), Luigi Russolo (Chioma. I capelli di Tina 1910-1911), Fortunato Depero (Paesaggio guerresco. Esplosioni giallo e nero e tricolori 1916), Primo Conti (Interno di osteria 1917). Sono rappresentati anche gli esponenti dell'eterodossia futurista e gli indipendenti del movimento, da Enrico Prampolini (Danzatrice 1916) a Mario Sironi (Il borghese 1916) , Achille Funi (Autoritratto 1913), Leonardo Dudreville (Eroismo, tragedia, follia, ossessione, asfissia, 1914), Antonio Sant'Elia (Studio per edificio 1913-1914), Adriana Bisi Fabbri e Gerardo Dottori. La sezione futurista include la presenza di due fuoriusciti dalle fila futuriste, Romolo Romani, precursore delle tendenze astrattive, con due opere anticipatrici della poetica boccioniana (Ritratto di Giosuè Carducci 1906 e Ritratto d'uomo 1908)e Aroldo Bonzagni, testimone di un espressionismo di intonazione sociale, qui rappresentato dallo storico dipinto dal titolo Il tram di Monza 1916.

    Il percorso prosegue con la seconda sezione dedicata ai simbolismi che registrano una persistenza stilistica dal decennio precedente, ora rinnovati in chiave espressionista, di intonazione popolare. La sezione illustra inoltre i secessionismi che coinvolgono i linguaggi artistici giovanili italiani, segnali di un'avanguardia moderata che guardava all'arte coeva d'oltralpe: dai testimoni di Ca' Pesaro ai partecipanti alle Secessioni romane, agli animatori della Secessioni bolognesi fino i movimenti giovanili napoletani degli anni a ridosso della Grande Guerra. Accanto alle opere di Alberto Martini e di Lorenzo Viani, voci rispettivamente di un simbolismo ed espressionismo maturato a contatto con la cultura europea, trovano spazio i linguaggi secessionisti e primitivisti di Felice Casorati (Marionette 1914), Tullio Garbari (Intellettuali al caffè 1916 e La madre 1916), Umberto Moggioli (Primavera a Mazzorbo 1912), Guido Trentini (Le perle del lago 1914 e La pianta rossa 1915 c.), Gino Rossi (Fiori e foglie 1913), Ubaldo Oppi, Galileo Chini, Cipriano Efisio Oppo (Ritratto di Rosso di San Secondo 1913), Ferruccio Ferrazzi (Le due madri 1913), Enrico Lionne, Carlo Corsi, Garzia Fioresi.

    Un altro significativo segmento della rassegna è dedicato al primitivismo, tendenza volta al recupero del primordio inteso come azzeramento delle stratificazioni culturali per ritrovare la semplicità e il candore di espressioni popolari, ingenue, ispirate anche ai trecentisti e quattrocentisti italiani, Giotto e Paolo Uccello innanzi a tutti. In rappresentanza del clima primitivista suggestionato dall'opera di Rousseau il Doganiere e di André Derain, autori al tempo celebrati, si articolano le presenze dei dipinti di Carrà, Garbari, Gigiotti Zanini, Pompeo Borra, Alberto Salietti.

   Il periodo segnato dalla Grande Guerra (1914-1918) dava corpo con maggiore incisività alla crisi delle avanguardie e tracciava il cammino verso il recupero delle forme e del cosiddetto Ritorno all'ordine, fenomeno di portata europea, qui illustrato nella terza e ultima sezione della rassegna. La Metafisica, "l'altra faccia della modernità", che perseguiva in comune con le avanguardie la rivoluzione dei contenuti ma non quella delle forme, è illustrata in mostra da opere di Giorgio de Chirico (Composizione con biscotti e mostrine 1916), di Carlo Carrà (Le due sorelle 1917), Filippo de Pisis (Natura morta 1920), accostate a saggi della metafisica eterodossa, rappresentata da Mario Sironi e Achille Funi, per approdare alla poetica di "Valori Plastici", che dal 1918 diffondeva il principio della supremazia culturale e artistica italiana. Nel 1919, con la fine di secessionismi, simbolismi e primitivismi, si avviava una tendenza corale al recupero della classicità in ottica moderna, svolta cioè secondo stili e linguaggi aggiornati, rappresentati da saggi pittorici di Casorati (Le maschere 1921), Soffici (Mele e calice di vino 1919 e Pera e bicchiere di vino 1920), Sironi (Macchina e tram 1919), Rosai (Donne alla fonte 1922), de Chirico (Cocomeri e corazza 1922), Severini (Studio per maternità 1920), Funi (La sorella Margherita con brocca di coccio 1920), Guidi (Figura di donna 1919), De Grada (San Gimignano visto da sud 1922), caratterizzati dai principi di sintesi, costruzione e plasticità, e incamminati con differenti declinazioni verso la successiva temperie del Novecento Italiano degli anni venti.







FUTURISMO, PARAFUTURISMO E INDIPENDENTI

    La sezione iniziale della mostra è dedicata al Futurismo, ai protagonisti della fase storica del movimento, accanto ai futuristi indipendenti e ai parafuturisti milanesi convenuti nel raggruppamento moderato di Nuove Tendenze.

    Il Futurismo deve la sua denominazione al poeta, scrittore e drammaturgo Filippo Tommaso Marinetti, ideatore delle basi teoriche del movimento espresse nel Manifesto del futurismo del 1909. Nel 1910 uscivano a Milano il Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto tecnico della pittura futurista.

    Oltre a Marinetti, sono rappresentati in mostra i protagonisti dell'avanguardia, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini e con loro, due fuoriusciti dalle file futuriste, Romolo Romani e Aroldo Bonzagni.

   Il capoluogo lombardo, metropoli al tempo tra le più industrializzate d'Europa, stimolava l'immaginario, definito "modernolatrico", dei giovani artisti, dotati di una visionarietà antiaccademica e interpreti di un nuovo concetto di dinamismo urbano. Abbandonati i pregressi divisionisti, la pittura futurista centrifugava i flussi di forze dinamiche liberando esplosioni di energie colorate, potenziate in corrispondenze di visioni, sensazioni, simultaneità di stati d'animo, compenetrazioni di corpi, vibrazioni cinetico-luminose tra oggetti e ambiente, il tutto inteso come stato di coscienza in cui l'immagine non è che una risposta espressiva dell'interiorità psichica. Da tale rivoluzionario "dinamismo pittorico" il passo era breve verso il successivo "dinamismo plastico", concetto che sintetizzava volumi, vibrazioni, emozioni, ritmo plastico e architettonico, enunciato da Boccioni nel 1914.

    La sezione raccoglie opere storiche, come Antigrazioso, (1912-1913) di Boccioni, Chioma. I capelli di Tina, (1910-1911) di Russolo, Guerra navale nell'Adriatico, (1914-1915) di Carrà, Figure + Paesaggio, (1914) di Balla.

    Dopo una campagna di fortunate esposizioni all'estero, tenutesi nel 1912 a Parigi, Berlino, Londra, Bruxelles, Amsterdam, il Futurismo assimilava il linguaggio cubista di matrice francese e riscopriva i volumi cristallizzati in soluzioni prismatiche.

    L'ala fiorentina del movimento, che gravitava attorno alla rivista d'avanguardia "Lacerba", si distingueva da quella milanese per l'estraneità alle tematiche metropolitane e per una attenzione ai valori legati alla realtà rurale e popolare, ai ritmi lenti della natura.

   Ardengo Soffici elaborava nature morte semplificate, denominate Trofeini, (1914-1915), esempi di un cubofuturismo personalizzato che influiva sulle coeve composizioni a collage di Carrà. Tra i futuristi di area toscana sono presenti Primo Conti e Roberto Marcello Iras Baldessari.

    Nel 1916 la scomparsa di Boccioni e di Sant'Elia chiudeva la fase storica del Futurismo milanese e il cuore del movimento si spostava da Milano a Roma, dove operavano Giacomo Balla, Fortunato Depero, Enrico Prampolini, di cui sono esposti rispettivamente Linee forza di un paesaggio + Giardino, 1918, Paesaggio guerresco. Esplosioni giallo e nero e tricolori, 1916 e Danzatrice, (1916).

    Tra le personalità che, pur gravitando in area futurista, sperimentavano linguaggi personali, sono qui rappresentati Gino Severini con il saggio cubista Natura morta, 1918, Mario Sironi con il collage Il borghese, (1916) e Gerardo Dottori con Gialli violetti, 1923.

   Non mancano alcuni rappresentanti della cosiddetta "ala destra del Futurismo", gli artisti cioè appartenuti al raggruppamento di Nuove Tendenze, la cui breve parabola si estendeva tra il 1913 e il 1914: Antonio Sant'Elia, Leonardo Dudreville, Achille Funi, Adriana Bisi Fabbri, autori di dipinti eseguiti tra il 1911 e il 1914 all'insegna di un pluralismo di stili e di linguaggi.







Ritratto di Giosuè Carducci

ROMOLO ROMANI - Ritratto di Giosuè Carducci, (1906)






Ritratto d'uomo

ROMOLO ROMANI - Ritratto d'uomo, (1908)






Casa in costruzione

UMBERTO BOCCIONI - Casa in costruzione, (1910)






Chioma. I capelli di Tina

LUIGI RUSSOLO - Chioma. I capelli di Tina, (1910-1911)






Trascendenze plastiche

CARLO CARRÁ - Trascendenze plastiche, 1911






Antigrazioso

UMBERTO BOCCIONI - Antigrazioso, (1912-1913)






Guerra navale nell'Adriatico

CARLO CARRA - Guerra navale nell'Adriatico, (1914-1915)






Lettera con parole in libertà LATO 1

FILIPPO TOMMASO MARINETTI e UMBERTO BOCCIONI - Lettera con parole in libertà (Lettera a Francesco Cangiullo), 1915 - LATO 1






Lettera con parole in libertà LATO 2

FILIPPO TOMMASO MARINETTI e UMBERTO BOCCIONI - Lettera con parole in libertà (Lettera a Francesco Cangiullo), 1915 - LATO 2






Lacerba e bottiglia

CARLO CARRÁ - Lacerba e bottiglia, (1914)






Popone e fiasco di vino

ARDENGO SOFFICI - Popone e fiasco di vino, 1914






Natura morta

ARDENGO SOFFICI - Popone e fiasco di vino, 1914






Interno di osteria

PRIMO CONTI - Interno di osteria, 1917






Natura morta

GINO SEVERINI - Natura morta, 1918






Figure + Paesaggio

GIACOMO BALLA - Figure + Paesaggio, (1914)






Linee forze di paesaggio + giardino

GIACOMO BALLA - Linee forze di paesaggio + giardino, 1918






Paesaggio guerresco. Esplosioni giallo e nero e tricolori

FORTUNATO DEPERO - Paesaggio guerresco. Esplosioni giallo e nero e tricolori, 1916






Danzatrice

ENRICO PRAMPOLINI - Danzatrice, (1916)






Gialli-violetti

GERARDO DOTTORI - Gialli-violetti, 1923






Primavera

IRAS ROBERTO BALDESSARI - Primavera, 1917






Fuochi di bengala (Notte+Strada+Luna)

IRAS ROBERTO BALDESSARI - Fuochi di bengala (Notte + Strada + Luna), 1918






Il borghese

MARIO SIRONI - Il borghese, (1916)






Autoritratto

MARIO SIRONI - Il borghese, (1916)






Eroismo, tragedia, follia, ossessione, asfissia, 1914

LEONARDO DUDREVILLE - Eroismo, tragedia, follia, ossessione, asfissia, 1914






Studio per edificio

ANTONIO SANT'ELIA, Studio per edificio, (1913-1914)






Bacio

ADRIANA BISI FABBRI - Bacio, 1911






Lady Godiva

ADRIANA BISI FABBRI - Lady Godiva, (1912)






Il Tram di Monza (Un giorno di domenica)

AROLDO BONZAGNI - Il Tram di Monza (Un giorno di domenica), (1916)






Il Tram di Monza (Un giorno di domenica)

AROLDO BONZAGNI - Il Tram di Monza (Un giorno di domenica), (1916)






DAI SIMBOLISMI AI SECESSIONISMI, AI PRIMITIVISMI: I PERCORSI DELLA DEFORMAZIONE



Le due madri

FERRUCCIO FERRAZZI - Le due madri (1913 ?)






I misteri amore, Sorgente di fiamma viva

ALBERTO MARTINI - I misteri – amore, Sorgente di fiamma viva (1914)






I misteri sogno, La misteriosa visione

ALBERTO MARTINI - I misteri – sogno, La misteriosa visione (1915)






Le perle del lago

GUIDO TRENTINI, Le perle del lago (1914)






Intellettuali al caffè

TULLIO GARBARI - Intellettuali al caffè (1916)






Povertà serena

UBALDO OPPI - Povertà serena (1919)






Modella nello studio

GALILEO CHINI - Modella nello studio (1916)






Marionette

FELICE CASORATI - Marionette (1914)






Donna che riposa

PIERO MARUSSIG - Donna che riposa (1916)






Ricordi d'infanzia

CARLO CARRA - Ricordi d'infanzia (1916)






RITORNO ALL’ORDINE: METAFISICA, VALORI PLASTICI, PRELUDI DI "NOVECENTO"



Composizione metafisica con biscotti e mostrine

GIORGIO DE CHIRICO - Composizione metafisica con biscotti e mostrine (1916)






Natura morta con bottiglia

FILIPPO DE PISIS - Natura morta con bottiglia (1920)






Manichino

MARIO SIRONI - Manichino (1919)






Margherita Sarfatti

ACHILLE FUNI - Margherita Sarfatti (1917)






Mele e calice di vino

ARDENGO SOFFICI - Mele e calice di vino (1919)






Macchina e tram

MARIO SIRONI - Macchina e tram (1919)






Maschere

FELICE CASORATI, Maschere (1921)






Info mostra
DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL'ORDINE

Museo di Arti Decorative Accorsi
Ometto, Torino

Date della mostra:
1 Marzo – 18 Giugno 2017

Prestiti istituzionali
Mart, Museo di arte moderna e contemporanea, Rovereto (4 opere)
Casa Boschi Di Stefano, Museo del Novecento, Milano
Pinacoteca Civica, Alessandria
Palazzo della Ragione, Comune di Verona, Verona
Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Alessandria
Fondazione Pinacoteca di Tortona, Tortona
Fondazione VAF-Stiftung, Francoforte sul Meno
Fondazione Centro Matteucci, Viareggio
Associazione Futur-ism, Roma

Contributo degli Archivi degli artisti in mostra
Associazione Mario Sironi, Milano
Archivio Carlo Carrà, Milano
Archivio Achille Funi, Milano
Archivio Piero Marussig, Milano
Archivio Cipriano Efisio Oppo, Roma
Archivio Tullio Garbari, Pergine
Archivio Gerardo Dottori, Perugia
Archivio Pompeo Borra, Milano-San Fedele Intelvi

Informazioni per il pubblico:
011 837 688 int. 3 - info@fondazioneaccorsi-ometto.it

Informazioni per la stampa:
Vittoria Cibrario – Relazioni Esterne
011 817 08 12 – v.cibrario@fondazioneaccorsi-ometto.it
Alberto Tosa – Ufficio Stampa
011 837 688 int. 6 – comunicazione@fondazioneaccorsi-ometto.it