Quirino De Giorgio
Architettura nel territorio
San Giorgio delle Pertiche: venerdi' 27 settembre alle ore 9.30 presso la Sala consiliare in Via Canonica 4
Trebaseleghe: venerdi' 11 ottobre alle ore 21.00 presso la Sala Ada Arzini della Biblioteca Comunale in Via Roma 22
Fontaniva: venerdi' 18 ottobre alle ore 21.00 presso il Cinema Teatro Palladio in Via Montegrappa 4
Rubano: giovedi' 7 novembre alle ore 18.00 presso Punto Si del Municipio in Via Rossi 11
ARCHIVIO QUIRINO DE GIORGIO VIGONZA
Vigonza ospita l’archivio professionale di Quirino
De Giorgio, costituito prevalentemente da progetti,
disegni, preventivi, documenti contabili e modellini.
Nel 1996 l’architetto Quirino De Giorgio ha donato
al Comune di Vigonza il suo archivio a testimonianza
delle numerose opere svolte nel corso della sua
intensa attivita', in Italia e all’estero.
Nel 2005 e' stato avviato un importante progetto
per recuperare e conservare adeguatamente l’archivio,
inventariarlo, renderlo disponibile alla consultazione
di ricercatori e professionisti e valorizzare
un patrimonio di indiscusso pregio.
Il progetto, articolato in diverse fasi, aveva come
obiettivi finali il riordinamento, l’inventariazione,
l’informatizzazione dell’archivio, la digitalizzazione
dei disegni e l’individuazione e l’allestimento di
una sede idonea. Nel 2007 il Ministero per i Beni
e le Attivita' Culturali - Soprintendenza archivistica
per il Veneto, ai sensi del D. Lgs. 42/2004 artt. 13
e 14, ha dichiarato l’archivio di interesse storico
particolarmente importante e pertanto lo ha sottoposto
alla disciplina di tutela conseguente.
Il 12 febbraio 2012 e' stata inaugurata la nuova sede
dell’archivio presso il Teatro di Vigonza intitolato a
Quirino De Giorgio.
Foto: Matteo Danesin
PROGETTI DI ISPIRAZIONE FUTURISTA (1930-33)
Nei primi anni trenta De Giorgio disegna una serie
di architetture finalizzate alle esposizioni del
movimento futurista, alle quali prende parte con
costanza. Responsabile per l’architettura del raggruppamento
futurista, di cui e' segretario regionale,
progetta edifici che esprimono dinamismo
e spinta ascensionale, caratterizzati da passaggi
aerei, rampe elicoidali, ascensori esterni.
Le composizioni visionarie, che recano intitolazioni
riferite a specifiche destinazioni d’uso, celebrano
d’altra parte lo spirito guerresco che e' alla base
dell’ideologia fascista. Risalto scenografico, gigantismo,
simmetria, costante ricorso al tema della
torre, indifferenza rispetto al contesto, rilevanza
delle fonti di luce artificiale, in genere fasci littori
vetrati, sono altre caratteristiche di queste sue architetture.
Tra gli altri, si riproducono qui i disegni Metropolis,
Monumento ai caduti dell’aria, Faro per confine,
Monumento ai caduti del mare.
Fonti: Fillia (a cura di), La nuova architettura, Torino 1931; I Mostra triveneta d’arte futurista, catalogo della mostra allestita a Padova, 1932; Archivio Studio De Giorgio.
;
RIFERIMENTI AL RAZIONALISMO (1931-35)
Nell’ambito della prima attivita' professionale, parallelamente
alla produzione ispirata al Futurismo,
De Giorgio sperimenta i modi dell’architettura razionalista
d’oltre confine. Volumi dalla geometria
elementare, finestre a nastro, finestre d’angolo,
grandi vetrate, coperture piane, mancanza di decorazione
sono la cifra distintiva dei progetti per i
quali egli riconosce, o soltanto intravede, una concreta
possibilita' di realizzazione.
Non e' del resto raro, nel particolare momento storico,
la verifica simultanea da parte degli architetti
piu' impegnati delle possibilita' espressive praticabili
secondo le due tendenze.
A reali committenze si devono, ad esempio, i progetti
per una casa in via Giotto a Padova (in alto),
per una residenza per sciatori a Pian di Mea, Udine
(in basso a sinistra), e per un villino (quest’ultimo
con l’ingegner M. Vianello).
Della ricca produzione espressa nella prima fase
della sua attivita' di professionista rimangono pochi
disegni, non successivi al 1935.
Fonti: Archivio Studio De Giorgio; C. Munari (a cura
di), Padova tra le due guerre, catalogo della mostra
allestita a Padova, 1988
BORGO RURALE LITTORIO CANDIANA (1938)
Il borgo rurale Littorio di Candiana, come quello
intitolato ai Fratelli Grinzato di Vigonza, si inserisce
nel quadro della politica tendente al miglioramento
delle condizioni abitative della popolazione
delle campagne. De Giorgio progetta una
nuova strada su cui dispone ventisette fabbricati.
Ventiquattro di questi si fronteggiano, dodici per
lato, con il prospetto rigorosamente simmetrico e
l’articolazione in due unita'. Sono principalmente
la forma e la dimensione delle forature a fornire
il motivo di variazione, oltre al trattamento delle
murature, a volte intonacate e altre in cotto a vista.
La presenza di episodi singolari quali portici di
ingresso e logge al piano superiore contribuiscono
alla dinamicita'. Non esistono in definitiva fabbricati
uguali: il tema sviluppato in facciata e' sempre
diverso, giocato nell’ambito della suddivisione in
due livelli e in due abitazioni adiacenti.
Un laboratorio di tessitura, con pianta ad andamento
curvilineo, introduce al borgo.
Fonti: Q. DE GIORGIO, Tre anni di marcia del fascismo
padovano, Padova 1940; Archivio Quirino De
Giorgio Vigonza. Foto: Matteo Danesin.
TEATRO E CASA DEL FASCIO VIGONZA (1938-39)
Il teatro costruito a completamento del borgo rurale
Fratelli Grinzato di Vigonza presenta sulla piazza
un fronte convesso, nella cui parte centrale si
apre l’alto portico di ingresso, incorniciato da un
compatto paramento murario e scompartito da
cinque colonne. L’edificio e' integrato dal porticato
oblungo dell’originario mercato, che si apre verso
la piazza e sul retro tramite una serie di archi a tutto
sesto e si conclude con un manufatto celebrativo,
una colonna stilizzata destinata a sorreggere
una scultura mai eseguita. Il corpo di fabbrica del
mercato ospita oggi l’Archivio Quirino De Giorgio
del Comune di Vigonza.
A De Giorgio si deve anche l’intervento sul fabbricato
a fianco del municipio, che ospitava la sede
locale del partito fascista. La nuova casa del fascio,
risultante dal rivestimento in laterizio delle
facciate rivolte allo spazio pubblico, si configura
come una architettura sacra, tempio della religione
politica.
Fonti: Q. DE GIORGIO, Tre anni di marcia del fascismo
padovano, Padova 1940.
Foto: Matteo Danesin.
CASA DEL FASCIO PIAZZOLA SUL BRENTA (1939-43)
L’edificio realizzato costituisce la seconda versione
studiata per la sede locale del Pnf. Le due principali
facciate del fabbricato sono risolte da sequenze
di colonne finite in cotto prive di basi e capitelli,
volumi entro i volumi.
Come avviene generalmente nella produzione di
De Giorgio di questo periodo, i singoli elementi costruttivi,
i pilastri angolari e la trabeazione innanzitutto,
sono fusi nell’essenzialita' di uno schema
geometrico elementare. Nella penombra dei portici,
protette dalle colonne, le pareti di fondo avrebbero
dovuto ospitare, nelle intenzioni del progettista,
vaste decorazioni ad affresco raffiguranti le
principali fasi della rivoluzione fascista.
L’edificio viene collaudato nel giugno del 1943, un
mese prima della caduta del fascismo.
Fonte: Q. DE GIORGIO, Tre anni di marcia del fascismo
padovano, Padova 1940.
Foto: Matteo Danesin.
CINEMA ALTINO PADOVA (1946-51)
Progettato dopo la caduta del fascismo, mentre
vengono poste le basi per la rinascita del paese
e la sua ricostruzione, il cinema Altino di Padova
anticipa i principali aspetti che caratterizzerano
l’architettura di De Giorgio nel periodo postbellico,
soprattutto la sperimentazione in ambito strutturale
e la variazione dei materiali nell’unitarieta'
dell’organismo edilizio.
Nel cinema Altino, inaugurato nel 1951 nel centro
antico della citta', sono compresenti tre distinti
ambienti di proiezione. La sala principale che da'
il nome al fabbricato, con l’ingresso su via Altinate
sovrastato dalle lastre di vetro del salotto della
galleria; la piu' piccola sala del cinema Mignon nel
livello seminterrato con l’ingresso da via Cassan;
lo spazio all’aperto sulla copertura, mai utilizzato,
previsto per ospitare nella stagione estiva cicli di
proiezioni notturne.
Fonte: Archivio Studio De Giorgio.
Foto: Matteo Danesin.
SCUOLA SANTA GIUSTINA IN COLLE (1975-78)
L’edificio e' sollevato da terra da un doppio allineamento
di pilastri cruciformi arretrati rispetto
alle facciate. Un ardito gioco di tiranti assicura la
tenuta del complesso sistema di circolazione verticale,
un percorso incrociato parte a gradini e parte
a rampa, e dei fronti longitudinali segnati dalle finestre
continue in lunghezza. Secondo un disegno
contenuto nei limiti della geometria elementare
sono definite la forma complessiva del volume e
quelle delle aperture.
Come non di rado in questo periodo, De Giorgio
ricorre al cemento armato a vista, che risulta il materiale
quasi esclusivamente impiegato, e al ferro
per i serramenti e le altre finiture.
Le aule della scuola sono allineate nei due piani
elevati sopra al livello di ingresso, destinato al gioco
e allo svago.
Foto: Matteo Danesin.
13. VILLA DELLE BETULLE SANTA GIUSTINA IN COLLE (1969-72)
L’elaborata finitura delle superfici in cemento armato
a vista contraddistingue la villa delle Betulle.
L’edificio, come gli altri che De Giorgio realizza
in questi anni con eguale destinazione, e' ordinato
su due livelli, uno seminterrato a servizi e il soprastante
in cui si articolano parte giorno e parte notte.
L’ingresso, collocato tra i due ambiti, e' protetto
da un portico la cui coppia di pilastri ha la forma
di una doppia X gigante.
Nella tessitura della pianta, impostata su due tracciati
ortogonali disposti a 45°, l’ampio vano del
soggiorno assume la forma esagonale protendendo
verso la strada l’asse verticale del camino.
Fonti: Archivio Quirino De Giorgio Vigonza.
Foto Matteo Danesin.
Coordinamento:
Comune di Vigonza, Assessorato alla Cultura
Fotografie stato attuale:
Matteo Danesin
Testi:
Enrico Pietrogrande, Antonella Bison
Grafica:
Matteo Cecchinato
Allestimento:
Associazione AM AttivaMente (Gabriele Zuppa)
Doverosi i ringraziamenti, non come obbligo rituale ma per il costante e prezioso
contributo, alla signora Gina Tromben, custode appassionata delle memorie di
Quirino De Giorgio.
Riferimenti bibliografici
V. DAL PIAZ, E. PIETROGRANDE, D. SCHIESARI, Quirino De Giorgio. Architetture negli anni trenta, Padova, La
Garangola, 1991. Catalogo della mostra organizzata dall’associazione Progetto Citta' a Padova nell’ex oratorio
delle Maddalene dal 13 al 23 giugno.
E. PIETROGRANDE (a cura di), Quirino De Giorgio. Contributi sull’opera dell’architetto palmarino, Padova,
Editoriale Programma, 1998. Scritti di M. Della Mea, M. Bertagnin, C. Bianchi, V. Dal Piaz e M. Zanella, G. Monti,
E. Pietrogrande, R. Tosato, P. Brentel, N. Aldrigo.
G. MONTI, Quirino De Giorgio, in ''Territorio e ambiente veneti'', n. 2 (2006), pp. 71-79.
L. BEZZETTO, A. POSSAMAI VITA (a cura di), Quirino De Giorgio. Un futurista protagonista del novecento, Feltre,
Edizioni DBS, 2007. Catalogo della mostra allestita a Padova presso i Musei Civici agli Eremitani e l’ex cinema
Altino dal 14 dicembre 2007 al 9 marzo 2008. Scritti di E. Armano, G. Monti, A. Possamai Vita, L. Bezzetto, E.
Pietrogrande, V. Dal Piaz, M. Baccan.
R. BETTELLA, E. PIETROGRANDE, V. DAL PIAZ, L. BALDAN, Il Gruppo Rionale Bonservizi. Costruzione e uso del
complesso architettonico sede del fascismo nel ''rione nobile'', Padova, Cleup, 2008.
S. LONGHIN, Quirino De Giorgio a Candiana. Il Borgo del ''Littorio'', in ''Quaderni di storia Candianese'', n. 5
(2009), pp. 9-35.
E. PIETROGRANDE, L’opera di Quirino De Giorgio (1937-1940). Architettura e classicismo nell’Italia dell’Impero,
Milano, Franco Angeli, 2011.
Quirino De Giorgio, cenni biografici
Quirino De Giorgio nasce a Palmanova il 27 dicembre 1907.
Si trasferisce a Padova con la famiglia nel 1919 e frequenta la
scuola Pietro Selvatico nella stessa citta'.
Fin dagli anni Venti si appassiona al dibattito sul Futurismo,
instaurando con Filippo Tommaso Marinetti un rapporto di
amicizia e collaborazione. Nel 1930 partecipa alla Mostra
Universitaria d’Arte delle Tre Venezie a Treviso, dove entra
in contatto con l’ambiente del futurismo padovano. Nel 1931
e' uno dei 7 futuristi padovani che esporra' nella omonima
mostra a Padova. Nella citta' di Trieste e' presente ancora nel
1931 alla esposizione Pittura aeropittura futurista, e l’anno
successivo alla Mostra Nazionale di Fotografia Futurista.
A Padova nel 1932 alla I Mostra Triveneta d’Arte Futurista
espone tra le altre opere il Monumento Ai Caduti dell’Aria,
Faro e Palazzo delle Societa'.
La consacrazione di Quirino De Giorgio all’interno del movimento
futurista avviene nel 1932 alla XVIII Biennale di Venezia,
dove espongono anche Depero, Prampolini, Balla, Dottori,
Fillia.
Nel 1932 partecipa anche alla Mostra d’Arte Futurista a
Bologna e nel corso del 1933 prende parte a varie esposizioni
di arte futurista a Mantova e Roma.
La sua attivita' nell’ambito del movimento futurista comincia
a diradarsi dalla fine del 1933, quando con determinazione
decide di impegnarsi nel campo dell’architettura. Intensifica
la militanza nel partito fascista e nel momento in cui il partito
da' impulso alle opere edilizie per la formazione delle giovani
generazioni, De Giorgio si avvia a divenire nella provincia di
Padova il principale interprete dell’architettura del fascismo.
Le sue opere lasciano un segno emblematico nella compagine
architettonica del territorio: i casoni, oggetto della campagna
fascista per il risanamento delle condizioni di vita della
popolazione rurale, sono sostituiti dai nuovi borghi integrati
dalle case del fascio.
Tra il 1937 e il 1939 De Giorgio progetta il borgo rurale di
Vigonza e quello di Candiana, le sedi dei gruppi rionali fascisti
di Padova Bonservizi in via Bruno Giordano e Cappellozza in via
Cristoforo Moro, e molte delle case del fascio della provincia di
Padova, tra cui quelle di Vigonza, Rubano, Sant’Urbano, Noventa
Padovana, Pontelongo e Piazzola sul Brenta. Le costruzioni sono
tuttora esistenti.
Negli stessi anni viene costruito il Teatro dei Diecimila, un’arena
dalla facciata monumentale, ove vengono messi in scena gli
spettacoli della Compagnia del Carro di Tespi. L’opera e' stata
demolita dopo la seconda guerra mondiale.
Quirino De Giorgio e' un amante del cinema, esprime questa
passione attraverso il disegno dei luoghi per lo spettacolo.
Intorno al 1946 concepisce un cinema a piu' sale con il progetto
del cinema Altino a Padova. L’edificio si sviluppa su tre livelli,
con la sala principale accessibile da via Altinate, la copertura
a gradoni che funge da cinema all’aperto, mai utilizzato, e un
piano semi interrato, con ingresso da via Cassan, che diventera'
in un secondo tempo la sala Mignon.
Negli stessi anni progetta e realizza altri edifici per lo spettacolo,
tra cui il cinema Cristallo a Oderzo nel 1949, il distrutto cinema
Giorgione a Casale di Scodosia nel 1957, il San Francisco a
Fontaniva nel 1960-1962, il San Marco a Mestre nel 1961, il Las
Vegas a Trebaseleghe nel 1961, il cinema e centro commerciale
Palladio a Fontaniva nel 1963-68, il cinema Mantegna a
Camisano Vicentino nel 1972.
La passione per il cinema lo vede anche partecipe nel film
ambientato a Padova di Dino Risi La moglie del prete, in
una piccola parte accanto alla Loren e a Matroianni.
La progettazione della nave Regina del Nilo nel 1986 lo porta
a lavorare al Cairo, e negli stessi anni e' attivo per lo Scia' di
Persia.
Numerose sono le sue architetture realizzate in Veneto nel
dopoguerra, tuttora visibili e fruibili. Una selezione limitata alla
provincia di Padova e' proposta in questa sede.
De Giorgio muore nel 1997. Viene sepolto presso il cimitero di
San Giorgio delle Pertiche, una delle sue tante opere che hanno
contribuito a segnare gli spazi del territorio padovano.
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