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Avvenimenti nazionali ed internazionali sul Futurismo e su altri temi correlati ampiamente documentati da comunicati stampa, testi critici ed immagini fotografiche.
 




GIORGIO CARMELICH
FUTURISTICHERIE

VIAGGI D'ARTE TRA TRIESTE ROMA E PRAGA

Trieste, 22 dicembre 2009 - 2 maggio 2010

Museo Revoltella, Galleria d’arte moderna


a cura di
Maria Masau Dan, Susanna Gregorat, Federica Moscolin









Museo Revoltella























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Giorgio Carmelich, Ritratto, 1923

    Carmelich e Dolfi si cimentano con molta precocità in imprese editoriali manoscritte e dattiloscritte, realizzate in pochissimi esemplari e tutte decorate a mano. Al di là del lato artigianale della produzione, colpiscono soprattutto l'ampio raggio e la modernità degli interessi che la coppia di giovani amici persegue attraverso queste pubblicazioni. Inizialmente fondano due case editrici, Cardol, che pubblica tra l'altro Il sindaco di Cork ed il cane inglese (1920) ed Il Vomere, che è il marchio della rivista "Le Cronache" (1920-22).

    Nel 1922 fondano la casa editrice La Bottega di Epeo, che diventerà il fulcro di una produzione editoriale estremamente variegata,che spèazia da plaquette di poesia, reclame, manifesti programmatici ed inviti alle manifestazioni organizzate dal gruppo, come il Mardì des amis o i Convegni di Epeo. Ricalcando nel nome la casa editrice fondata da Emanuele Castelbarco, la milanese Bottega di Poesia, la Bottega di Epeo di Carmelich-Dolfiha tra le sue realizzazioni di maggior spicco, appunto, la rivista di "Epeo", che già nel nome, ispirato al mitico costruttore del cavallo di Troia, intende programmaticamente esprimere la volontà di espugnare il baluardo del passatismo per far troionfare l'avanguardia. "Epeo", che esce in soli nove numeri di circa dieci esemplari ciascuno, dal febbraio del 1922 all'ottobre del 1923, presenta al suo pubblico ristretto poesie, recensioni di mostre, come la Primaverile fiorentina del 1922 o la XIII Biennale di Venezia, e saggi di riflessione sull'espressione artistica contemporanea. E' tuttavia la veste grafica l'elemento che colpisce maggiormente: accanto alle tavole fuori testo, realizzate in tecnica xilografica, le copertine, i fregi e le illustrazioni sono tutte realizzate a mano, china ed acquarello.

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Giorgio Carmelich, Interno con figura, 1923
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Giorgio Carmelich, Scomposizione di colori con bottiglia, 1923

    Presso la Bottega di Epeo vengono inoltre pubblicati Ridolini ed altri corridori (1923), con liriche di Carmelich celebranti coloro che, ai suoi occhi, rappresentano i miti della modernità: il comico americano Ridolini (al secolo Larry Semon), Arsenio lupin, il pugile Spalla, l'automobilista Bordini ed infine Carmelich stesso! La copertina è realizzzata a amno attraverso un collage sintetico basato su forme geometriche e colori primari.

    Un'altra pubblicazione della Bottega di Epeo è Il parco delle attrazioni, con liriche di Dolfi e xilografie di Carmelich, che adornano non solo il testo dattiloscritto, ma impreziosiscono anche la copertina, che, nell'edizione "di lusso" (di soli quattro esemplari), è rivestita di tela grezza con un'impressione xilografica.

    Per quanto riguarda la produzione figurativa degli esordi, invece, Carmelich sembra muoversi tra diverse suggestioni, dai primi disegni ancorati a motivi che recuperano un impianto figurativo tradizionale, Gli alluminatori (1921), racchiusi entro una classica lunetta, o gli Spettri (1921), in cui delle allucinate larve entrano in un portale gotico poderosamente strombato, a strutturazioni (o destrutturazioni) cubiste (Case, Vetri e Ritratto), a composizioni cubo-futuriste (Scomposizione di colori con bottiglia), sino alla ricezione del verbo deperiano nei collages Alberi e Case e Interno con figure.

    Le tecniche privilegiate di Carmelich sono quindi l'incisione ed il disegno, sia esso a amtita, china, acquarello, ma soprattutto matite colorate , pur non disdegnando la moderna tecnica del collage.

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Epeo, 1923
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Giorgio Carmelich, Ridolini ed altri corridori, 1923
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Epeo, 1923
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Giorgio Carmelich, Vetri, 1923
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Giorgio Carmelich, Alberi e case, 1924
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Enrico Prampolini, Particolare di Scomposizione dinamica di bottiglia, 1915 ca.

    Giorgio Carmelich conosce personalmente Enrico Prampolini(1894-1956) nell'agosto del 1923 in occasione della grande mostra del maestro modenese allestita al Lido di Venezia. E' affascinato dalle innovazioni di Prampolini nel campo del teatro, e, in particolare, nella scenografia. Nell'esposizione figurano, tra l'altro, due scene per Il tamburo di fuoco (1922), dramma africano di F.T.Marinetti , realizzate da Prampolini per il Teatro di Praga. Estasiato davanti ai dipinti in mostra, Carmelich scrive subito a Dolfi: «...Vedere il gioco di "intersecazioni" (parola inadatta) e di scomposizioni coloristische (non formali) in Prampolini, è meraviglioso. Osservare i suoi quadri ed i suoi disegni è una continua "giocosa sorpresa".

    Come in Severini. un braccio è lì: giri un pò gli occhi, ritorni in quel punto e vi vedi una gamba. E' tutto così complesso ed atmosfericamente perfetto da scaturire una vera inaspettata sorpresa. Ed un passatista invece non ci capisce niente e cercherà di decifrare dov'è una gamba e dov'è un braccio...» (26 agosto 1923).

    Prampolini è il fondatore della rivista di avanguardia "Noi" (1917-1925),di cui Carmelich è attento e ricettivo lettore. "Noi" è un importante organo di diffusione in Italia del linguaggio delle avanguardie europee, con le quali Prampolini era in diretto contatto (Bauhaus, Costruttivismo, Section d'Or, Novembergruppe, De Stijl) e, a partire dalla seconda serie della rivista (1923-25), soprattutto del Futurismo. La rivista dei futuristi giuliani "L'Aurora" uscita alla fine del 1923 alla fine del 1924 avrà molti punti in comune con "Noi", apartire dai contatti con le altre avanguardie.

    In seguito all'incontro veneziano Carmelich rimane in contatto epistolare con Prampolini, che un anno dopo gli chiederà dei bozzetti scenografici e lo inviterà trai i futuristi italiani a partecipare alla Mostra internazionale di arte teatrale di Vienna del 1924.

    Una conferma della grande ammirazione che Carmelich tributava al maestro, è l'intervento a lui dedicato su "L'Aurora" dell'ottobre del 1024 ed il lungo articolo dell'aprile del 1926 sulla rivista parigina "Buletin de l'efforte moderne" intitolato L'art de Prampolini. Mecanisation, construction de l'espace, dynamisme cromatique.

    Nello stesso periodo Carmelich vuole conoscere anche l'altro protagonista del futurismo italiano, Fortunato Depero (1892-1960), che in una lettera definisce «senz'altro un genio» (19 agosto 1924). Dopo aver assistito alla serata futurista del 21 gennaio 1924 al Politeama Rossetti, in cui fu eseguito il balletto meccanico con scene e costumi di Depero Anihccam del 3000, Carmelich aspetta l'occasione delle vacanze in Trentino per andare a visistare nel mese di agosto la Casa d'arte futurista, fondata da Depero nel 1919 a Rovereto.

    In quel momento "il mago" stava lavorando a dei lavori per la mostra di arti decorative che si sarebbe tenuta l'anno successivo a Parigi e che lo avrebbe consacrato a fama internazionale. Ecco il resoconto della visita all'amico Dolfi: «A Bolzano ho trascorso 3 magnifiche giornate con Depero e la sua signora, che era venuto lì per la sua mostra personale alla Mostra d'Arte. Moltissime vendite. Martedì stava contrattando per vendere il grande arazzo Ritmi alpestri per 3000-4000 lire. Ho comperato un cuscino (Il Taglialegna) e Depero mi ha regalato una scultura-giocattolo. Ho veduto il bar dell'Hotel Bristol a Merano; un vero capolavoro. Le due prossime copertine della "Rivista del Popolo" saranno pure di Depero; nel prossimo numero pubblica un articolo sulla sccenografia. Ora sta preparando delle grandissime tele per l'Esp. di Parigi» (30 agosto 1924). Tornato a casa, si propone di realizzare a sua volta delle sculture-giocattolo, però «completamente originali».

    Se Prampolini fu per Carmelich un punto di riferimento non solo formale, ma anche teorico, l'influenza che Depero ebbe sull'artista triestino fu di carattere prevalentemente visivo. Numerosi elemneti dell'arte di Carmelich riconducono a stilemi tipicamente deperiani: dai profili a saetta, agli accesi colori a tinte piatta, al ricorso al collage. Con il maestro trentino Carmelich condivide inoltre l'amore per la tematica del balletto e la pratica della pubblicità.

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Enrico Prampolini, Studio di maschera teatrale, 1920
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Enrico Prampolini, Bozzetto di scena per Il tamburo di fuoco, 1922
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Enrico Prampolini, Architettura di nudo, 1916
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Fortunato Depero, Costruzione di donna con fiore giallo, 1917 ca.
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Fortunato Depero, Ballerina (copertina rivista "Movie Makers"), 1929
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Fortunato Depero, Biscotti Unica Torino, 1924
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Fortunato Depero, Tunica futurista (figura d'uomo), 1923 ca.
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Fortunato Depero, RIM (digestivo), 1924



 
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