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Esposizioni
IERI
Avvenimenti nazionali ed internazionali sul Futurismo e su altri temi correlati ampiamente documentati da comunicati stampa, testi critici ed immagini fotografiche.

UMBERTO BOCCIONI
Forme uniche della continuità nello spazio, 1913 ca.






GIACOMO BALLA
Velocità astratta (è passata l'automobile), 1913






FORTUNATO DEPERO
Ciz-ciz quaglia (Astrazione animale), 1915






LEONARDO DUDREVILLE
Ritmi emananti da Antonio Sant'Elia, 1913






ENRICO PRAMPOLINI
Scomposizione dinamica di testa, 1914-15






ROMOLO ROMANI
La goccia, 1911






GINO SEVERINI
La danse de l'ours, 1913






GIACOMO BALLA
Motivi di "forme rumore", 1916






GIACOMO BALLA
Seraluci, 1929 ca.






JULIUS EVOLA
Tendenze di idealismo sensoriale, 1916-17






FILLIA
Forma, 1925-26






ENRICO PRAMPOLINI
Ritmi di danza, 1935






PIPPO ORIANI
Sintesi della sensibilità meccanica (simultaneità organizzata), 1930






ENRICO PRAMPOLINI
Apparizione Cosmica II, 1955
 

 

Dal Futurismo all'Astrattismo
 

Un percorso d'avanguardia nell'arte italiana del primo Novecento

 

 

Museo del Corso, Roma
12 Aprile - 7 Luglio 2002









Palazzo Cipolla









 

Il Futurismo è stato l’unico grande movimento d’avanguardia nell’arte italiana della prima metà del secolo, che sia riuscito a stabilire contatti in ambito internazionale ed a presentarsi come un gruppo sorretto da manifesti e teorie estetiche a tutto campo, dalle arti visive alla moda, dalla scenografia all’architettura, dalla musica alla fotografia.

Grazie alla forza d’urto delle idee dei suoi protagonisti ed al modo dirompente con cui queste sono state enunciate, si pone decisamente, a partire dal 1909, come uno dei movimenti più rivoluzionari e moderni di inizio secolo.

Le sue ripercussioni a livello sia pittorico che scultoreo vengono individuate e sviluppate attraverso la mostra “Dal Futurismo all’Astrattismo” (a cura di Enrico Crispolti con la collaborazione di Marco Tonelli) presso il Museo del Corso in Roma, sede espositiva della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma.

Questa mostra vede la presenza di 68 artisti per 85 opere, praticamente una panoramica emblematica ed esaustiva sui più importanti ed affermati protagonisti dell’astrazione italiana della prima metà del secolo, di cui sono stabilite relazioni di influenza, di cultura e di umore con la ricerca futurista.

È all’interno della poetica futurista infatti che si formulano per la prima volta in Italia ipotesi di quella che è comunemente definita “arte astratta”, indipendentemente ed anzi in opposizione all’astrazione lirica di Kandinskij o geometrico-metafisica di Malevitch.



Futurismo “analitico” – primi anni Dieci

 


L’anno della nascita del Futurismo in pittura è il 1910, quando fu firmato il testo La pittura futurista. Manifesto tecnico , in cui comparivano i nomi di Balla, Boccioni, Carrà, Russolo e Severini.

I concetti chiave del manifesto si incentrano sulla rapidità delle sensazioni nel mondo contemporaneo, in cui lo sviluppo della tecnologia aveva potenziato la velocità dei mezzi di trasporto, delle telecomunicazioni e dei processi stessi dell’esperienza quotidiana e del pensiero. La pittura avrebbe dovuto saper cogliere questa nuova bellezza al di sotto della pelle dei fenomeni, collegando realtà in movimento e situazioni psicologiche accelerate e distanti tra di loro.

Boccioni indaga le trasformazioni che subiscono i corpi durante il loro movimento, ritenendo che non esiste uno stato di quiete assoluta ma che anche gli oggetti subiscono modificazioni a livello interno, cioè atomico.

Balla riassume il movimento in schemi ottici e lineari, attraverso quelle che chiama le linee forza, associando il dinamismo ad un processo non tanto di simultaneità plastica ma di addizioni fotodinamiche di stati e di successioni nel tempo.

Depero considera l’astrazione come un modo divertito e comunicativo per ricreare artificialmente in laboratorio dei giocattoli meccanici che possano animare magicamente il gran teatro del mondo.

Dudreville traduce graficamente l’essenza espressiva delle sensazioni visive e psicologiche eliminando gli arbitri della fantasia e condensando gli stati d’animo in sintesi di architetture emotive.

Prampolini intuisce inizialmente dell’astrazione le possibilità autonome di scomposizione e sostituzione della figura in costruzioni cromatiche in grado di poter essere tradotte, col tempo, in uno spazio teatrale.

Romani mostra gli aspetti più propriamente psicologici legati ai fenomeni naturali o ai sentimenti umani, ritenendo l’universo un unico grande sistema di cui il suo disegno ritrova i collegamenti cerebrali e ondulatori tra microcosmo e macrocosmo.

Severini applica il concetto di simultaneità di rumori, suoni, odori, impressioni visive, all’ambiente più mondano dei night o dei locali di grandi metropoli come Parigi o Londra, intendendo l’astrazione in rapporto analogico e di luce colorata con la realtà.



Futurismo “sintetico” - secondi anni Dieci

 


A partire dal 1915 il Futurismo attraversa una fase che può definirsi “sintetica”, in cui la resa simultanea dei processi dinamici è portata ad un grado di maggiore astrazione ed elaborazione di analogie formali di figure umane, paesaggi, sensazioni uditive ed ottiche o addirittura spirituali.

Balla trasforma le ricerche sulla durata e lo svolgimento di situazioni dinamiche in elementi di ritmo e di decorazione pura, tanto che alcune delle opere di questo periodo diventano motivi combinatori adattabili a stoffe e tessuti futuristi.

Dottori è affascinato da situazioni esplosive e di forte impatto emotivo, che risveglierebbero la coscienza ed aprirebbero le porte della percezione verso orizzonti sempre più aperti ed infiniti.

Evola nel periodo da lui definito di idealismo sensoriale , intende l’astrazione come un modo per intuire l’arbitrario ed il trascendente e presagire stati mentali fuori della realtà ordinaria.

Magnelli, che non prende parte di fatto ai manifesti o alle manifestazioni futuriste, percepisce del movimento la spinta avanguardista e la distruzione dei vecchi linguaggi figurativi in favore di un’autonoma ridefinizione della forma e del colore.



Futurismo “meccanico” - anni Venti

 


Gli anni Venti del Futurismo possono essere contraddistinti dal manifesto L’arte meccanica, firmato nel 1922 da Paladini, Pannaggi e Prampolini. Col termine meccanico non si intendono più la dinamica eccitazione espressa da automobili o treni in corsa o la meccanica interna e fisiologica di cavalli al galoppo e di uomini in movimento, bensì una diversa facoltà di concepire la struttura razionale dell’universo, anche nel senso di un superamento delle geometrie terrestri.

Fillia ritiene di poter trasformare l’umanità riducendo l’uomo alle sue sole necessità funzionali, dove sentimenti ed emozioni sono esclusi in favore di una moderna e avveniristica idolatria per ingranaggi e congegni meccanici, capaci inoltre di animare spazi scenici teatrali e divenire ambiente.

Prampolini, ancor più di Fillia, perviene ad una ricerca che esalta in questi anni lo spazio scenico ed architettonico, ricchi entrambi di prospettive multidirezionali accordate ad un nuovo tipo di esperienza moderna che nasce a contatto con i prodigi e le strutture della tecnologia.



Futurismo “cosmico” - anni Trenta


È il periodo definito Secondo Futurismo , caratterizzato, tra le altre cose, dall’aereopittura a partire dal manifesto pubblicato nel 1929 con le firme di Balla, Benedetta, Depero, Dottori, Fillia, Marinetti, Prampolini, Somenzi e Tato.

Nello stretto ambito aeropittorico, Dottori dispiega il suo vocabolario di forme circolari ed a ventaglio che aprono la visione ad orizzonti di illimitata estensione, in cui suoni, luci, prospettive, sembrano fondersi in un’ottimistica continuità ed indistinzione atmosferica.

Fillia traduce quelli che erano idoli meccanici in corpi trascendenti che sembrano galleggiare in uno spazio immaginario, aperto direttamente su altri mondi, altri sistemi solari, come si trattasse di apparizioni divine.

Anche Oriani sembra aver condensato la nuova umanità in enormi corpi amorfi provvisti di membra ed organi adatti per vivere in spazi siderali, proiettati al di là dell’orizzonte terrestre in un universo incantato privo di tensioni e drammi.

È seguendo questo impulso genetico dell’astrazione futurista che si è voluto ricostruire nelle sale dell’esposizione la vicenda dell’arte astratta in Italia dagli anni Trenta fino al 1960, la data dell’opera più recente in esposizione.

Si parte così dal Concretismo degli anni ’30 formatosi principalmente intorno alla Galleria Il Milione (Melotti, Reggiani, Soldati e Fontana). L’astrazione geometrica di questa sezione ha un seguito nella sezione della mostra dedicata al Movimento arte concreta anni ’40-’50 , dove ad alcuni degli artisti storici del concretismo degli anni Trenta ancora operanti, si sono affiancati, tra gli altri, Barisani, Berti, Bonfanti, Conte, Nativi e Nigro.

Il gruppo Forma 1 , presente con Accardi, Consagra, Dorazio, Perilli, Sanfilippo e Turcato, è un movimento nato a Roma che ha peraltro riscoperto gli epigoni, ancora in vita, dell'’strazione italiana, come Balla e Magnelli.

Le sezioni dedicate alla ricerca astratta presenta inoltre pittori come Burri, Moreni, Vacchi, Vedova, più gli scultori Leoncillo, Mannucci, Mirko, Somaini e la figura fuori da ogni schema di Scarpitta, riuniti tutti nella sezione dell’Informale .

L’area intitolata Astratto-concreti, raccoglie la maggior parte degli esponenti storici del Gruppo degli Otto (Afro, Birolli, Corpora, Santomaso, Vedova), più alcune esperienze significative nel contesto di un’astrazione lirica e naturalistica, come Brunori, Sadun, Scialoja.

La sezione Segno e materia a Roma riparte proprio da uno dei protagonisti storici dell’astrazione come Prampolini , a cui sono stati affiancati Cagli, Capogrossi, Lazzari, Scanavino, più gli scultori Colla e Guerrini.


a cura di Cesare Biasini Selvaggi      





 

Fondazione Cassa di Risparmio di Roma
Museo del Corso

Via del Corso, 320
Roma
Tel.: 066786209
 web site: www.museodelcorso.it


Orario:    dalle ore 10.00 alle ore 20.00 
              chiuso il lunedì
Ingresso: intero € 7,50; ridotto € 5,00;


Organizzazione:
EDIEUROPA
Tel.: 063220555
Fax: 063220556
e-mail: edieuropa@tiscalinet.it 

Ufficio Stampa: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel. 049-663499 fax 049-655098 e-mail info@studioesseci.net

Catalogo edito da Edieuropa - De Luca.

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