Alberto Magnelli Retrospettiva
Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Milano
23 novembre 2001 – 6 gennaio 2002
L'homme qui fume (1913-14)
Un’ampia retrospettiva antologica
di Alberto Magnelli (Firenze 1888 - Meudon 1971) con oltre 70 oli, e 100 fogli
di grafica inediti esposti in contemporanea alla Galleria Credito Valtellinese
di Sondrio, presenta in anteprima in Italia la produzione del maestro toscano
che nel ’34 sceglie Parigi come seconda patria, e nel dopoguerra è con Kandisky
uno dei più grandi astrattisti europei. Le opere esposte, provenienti dalla
Succession Magnelli di Parigi e da prestigiose collezioni italiane, svizzere e
francesi documentano le varie fasi della sua crescita artistica.
La mostra è a cura di Daniel Abadie
e Dominique Stella. L’elegante catalogo ospita i testi critici di Luciano
Caramel e Dominique Stella.
“Questa mostra milanese punta sul
Magnelli italiano, con opere datate tra il 1913-14 e il 1933-1934, quando
l’artista si trasferì definitivamente a Parigi, dove però già risiedeva
stabilmente dall’ottobre 1932, seppur con sistemazioni provvisorie e,
nell’estate, con lunghi soggiorni in Italia. (...) Magnelli è sempre stato -
nella sua identità di pittore - insieme italiano e francese, sia pur, lungo gli
anni, in modi diversi, e non solo quantitativamente. Se le radici sono
fiorentine, la pianta, da quando cominciò a maturare, s’è nutrita di linfe anche
transalpine. Fino, tra i finali anni quaranta e i primi cinquanta, ad un’unità
indivisibile, ma non unidimensionale, delle due culture, con esiti che, proprio
anche per tale fertile osmosi, sono tra i maggiori dell’arte astratta europea
del Novecento”. (L. Caramel, 2001, da Le radici e la pianta: Magnelli, l’Italia
e la Francia, catalogo della mostra)
Percorso di un individualista è il
titolo del secondo saggio in catalogo, a firma di Dominique Stella. L’autrice
delinea con acume e notevole capacità di sintesi le principali tappe del cursus
creativo di Magnelli. Tra di esse è ricompresa la determinante lezione
futurista. “Quando nel 1913 i futuristi espongono alla libreria Gonelli di
Firenze, Magnelli visita la mostra e acquista per suo zio la tela di Carrà
intitolata La Galleria di Milano. Rinunciando a partecipare attivamente al
movimento futurista, che pure senza dubbio guardava con ammirazione,
frequentando artisti come Prezzolini, Primo Conti, Attilio Valecchi o Ottone
Rosai, Magnelli elaborò poco a poco la sua particolare esperienza pittorica, con
la consapevolezza di appartenere all’ambiente fiorentino, senza mai avvicinarsi
realmente alle diverse sperimentazioni in corso; si interesserà anche del
cubismo senza mai esserne coinvolto direttamente. (...) Nel 1917 Magnelli
ritorna al figurativo, mantenendo tuttavia, malgrado la tecnica cubista che
sviluppa, una volontà d’astrazione che delimita le forme e definisce uno spazio,
cosa che potrebbe suggerire una certa parentela con la metafisica di De Chirico,
da cui peraltro Magnelli resta molto distante. All’apetto statico delle figure
del 1917 succedono le Explosions lyriques (Esplosioni liriche) del 1918. Non si
può a tal proposito negare l’avvicinamento di Magnelli ai futuristi, e più in
particolare a Boccioni”. (Dominique Stella, 2001, catalogo della mostra)
“Questo periodo delle Esplosioni
liriche porta il futurismo al suo livello più astratto. E’ il contributo
originale che Magnelli ha recato alla storia della pittura moderna”. (Guido
Ballo, 1989, p. 24, in catalogo Magnelli)
a cura di Cesare Biasini
Selvaggi
Galleria Gruppo Credito Valtellinese
Corso Magenta, 59
Milano
Tel.: 0248008015
INGRESSO LIBERO
Orario: Lunedì / Venerdì dalle 10.00 alle 19.00
Sabato dalle 9.00 alle 13.00
Domenica chiuso
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