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Avvenimenti nazionali ed internazionali sul Futurismo e su altri temi correlati ampiamente documentati da comunicati stampa, testi critici ed immagini fotografiche.
 




MARINETTI chez MARINETTI


Galleria Russo

Roma, 15 febbraio 2013 – 15 marzo 2013









Galleria Russo

















Marinetti

A cura di Maurizio Calvesi

L'ultima volta che ho veduto Marinetti, fu in occasione di una ''serata futurista'' nel Palazzo delle Assicurazioni, in Roma, di fronte a Palazzo Venezia; era il 1941, due anni prima Piero Bella-nova aveva firmato con Marinetti e Luigi Scrivo il manifesto del Romanzo Sintetico futurista e nel '40 aveva pubblicato Picchiata nell'amore, esempio della sua abbreviata visione narrativa. In quella serata il romanzo, che recava un''collaudo" del capo del Futurismo e una presentazione di Scrivo, fu illustrato al pubblico alla presenza dell'autore, senza incontrare particolari apprezzamenti tra gli intervenuti: che anzi emettevano ogni tanto qualche risatina o mugugno. Marinetti allora chiamo' sul palco Benedetta e come si rinnovarono le ironie e i segnali di dissenso ebbe finalmente l'occasione che cercava: quella di scagliarsi contro il pubblico retrivo, con l'accusa che di non aver neanche rispetto per una signora. Conclusa la manifestazione, uscii con il prestigioso ''collaudatore" di cui ero seguace (come areopoeta futurista del gruppo Sant'Elia) e mi intrattenni brevemente con la famiglia Marinetti: erano presenti infatti, oltre a Benedetta, anche Vittoria, Ala e Luce. Benedetta ci guardo' e ricordo ancora le sue parole, rivolte alle sue figliole e a me: vi auguro di fare molta strada nella vita, chissa' chi ne fara' di piu'. Ho davanti agli occhi quel ''ritratto di famiglia", che rivedo, ringiovanito solo di qualche anno, nel bel dipinto di Dottori del 1930-32, dove alle figure del padre, della madre e delle due sorelle era stata aggiunta, come avvolta in una simbolica placenta, la terza, la neonata Luce, lo avevo quattordici anni, Bellanova ventiquattro: calabrese, aveva gia' pubblicato il volume di poesie Bombardata Napoli canta e in quello stesso anno 1941 divento' il medico di Marinetti, gia' di salute malferma, reduce da un'operazione, si diceva, di ulcera. Poco dopo, un'altra ''serata futurista" si tenne a Firenze, durante la quale Marinetti parlo' della nazione in guerra. Un cretino si alzo' dal fondo della sala inveendo: si', lei parla della patria in guerra, ma se ne sta bene al riparo a casa sua. Pochi giorni dopo, il grande uomo, con il suo corpo ormai vecchio e stanco ma dallo spirito indomabile e incredibilmente generoso, si presento' volontario e parti' per la Russia, dove la sua salute ebbe ovviamente un tracollo, portandolo alla morte nel 1944. Piero Bellanova ando' incontro a una felice carriera come psicoanalista, allievo di Emilio Servadio, e divenne nel 1966 segretario e poi vicepresidente della Societa' Psicoanalitica Italiana, fino alla morte sopravvenuta nel maggio del 1987.

Ora quel bellissimo quadro di Dottori di cui io ho vivamente presente nella memoria il modello di gruppo, fa parte di questa importante mostra che raccoglie materiali futuristi, inediti o editi ma comunque mal conosciuti, conservati in casa Marinetti, grazie all'adesione entusiasta di Francesca Barbi, figlia di Luce (ahime' scomparsa nel 2009, proprio nel centenario della nascita del Futurismo), e all'industriosa iniziativa di Fabrizio Russo.

L'iconografia di Marinetti, attestata dal dipinto di Dottori e da quello, celebre e impressionante della Zatkova, si arricchisce di un efficacissimo disegno di Leo Longanesi risalente al 1922; di due tracciati a matita che potrebbero spettare al mal noto bulgaro Dometre Nicopelle; di un'altra matita su carta dalla firma illeggibile, come mal comprensibile e' la firma (Naidenhof ?) di un altro disegno che raffigura Marinetti nell'atto di declamare; del noto e icastico ritratto di Francesco e Pasqualino Cangiullo che sintetizza efficacemente con pochi tratti incisivi il volto di Marinetti ferito, circondato da allegri scoppi di numeri 3 (tre-nto, tri-este, tre'-viso, tre ferite); e infine di un gesso di grande interesse e freschezza dello scultore Antonio Carminati, mancato nell'anno precedente alla fondazione del Futurismo, vale a dire nel 1908, e quindi anteriore a tale data: mi viene detto che e' prevista la sua fusione e collocazione nei giardini di piazza Adriana a Roma, di fronte alla casa a lungo abitata da Marinetti. Non possiamo che auspicare vivamente la realizzazione di questo progetto, di doveroso omaggio a un autentico genio quale Egli e' stato, e sara' sempre piu' riconosciuto nel tempo, nelle ulteriori propaggini di quel futuro da lui presagito con penetrante preveggenza. La presenza, in questa raccolta, di personalita' non ancora messe a fuoco o di identita' apparentemente irrecuperabile (oltre ai casi citati, un acquarello datato al 1919 probabilmente di un artista russo influenzato da Depero reca una firma che non e' stata interpretata), tutto cio' non solo e' di stimolo alla ricerca, ma e' testimonianza anche (benche', in proporzione, assai limitata!) della vastissima diffusione del movimento futurista e della fama di Marinetti in ogni parte del mondo. (Importanti ricerche e novita' in proposito gia' ci promette Fabio Benzi). Un piccolo tesoro costituiscono, nella loro rarita' ed energia grafica, le nove tavole parolibere o liberamente grafiche, di mano dello stesso Marinetti, non tutte gia' note: una figura improvvisata con pochi tratti istantanei, contrassegnata da lettere e suoni iterati (come fa, tuuuur), scaturita da un gesto repentino da ''pittura di azione"; spazi creati da scheletriche prospettive tra segni serpeggianti; ordinate danze di numeri; scorrevoli altalene di cifre, parole, onomatopee; giravolte di linee impazzite tra guizzi di lettere; catene di alture zig-ziganti, orlate da segni tra cui sembra sgranarsi una periclitante marcia (di guerra?).

Di Benedetta un prezioso olio con innesti di collage e i sussulti cromaticamente risentiti di onde di velocita', piu' uno strano uccello ''ironico''. Importanti per qualita' e data gli schizzi di Giorgio Forlai, di cui uno datato 1917 ed inviato a Marinetti ''dal fronte", che nel segno impressivo e nella vivacita' della scomposizione rivelano una personalita' di tutto rispetto. Interessanti i disegni e gli acquarelli di Lucio Venna, anteriori al suo abbandono del Futurismo avvenuto nel 1920. Virgilio Marchi e' presente con un suggestivo bozzetto per il reafro circolare, degli anni Venti. Ai primi contatti con Marinetti sembra risalire una piacevole china di Francesco Cangiullo. Ed ecco un importante Marasco del 1917. Per le edizioni di «Poesia» due bozzetti di Ugo Valeri che annunciano Le ranocchie turchine di Enrico Cavacchioli, precedute''dal manifesto sul Futurismo" del 1909. E ancora per le edizioni di «Poesia» un bozzetto di Enrico Sacchetti, di eccezionale intensita' drammatica, per L'esilio di Paolo Buzzi.

Come descrivere tutto, una ricchezza di figurazioni astratteggianti, per lo piu' inedite, di Giannattasio; di Gino Galli, autore anche di cinque schizzi della Danza della mitragliatrice, con la importante costruzione dinamica datata 1916 e il forte Linee simpatiche di un viso, del 1919 circa; di Giacomo Balla che ha firmato una enigmatica ''sfera della morte" con ''costellazioni del Genio", in un disegno applicato al retro di uno straordinario Autoritratto di Kulbin. Il ben noto, delicato Ritratto di Benedetta eseguito dallo stesso Balla, viene assegnato al 1951 ad onta del giovane volto, forse un affettuoso ricordo di rapporti passati, che sfumano come un sogno nel tempo. Altra opera celebre e' l'incisione intitolata al Trionfo della morte del periodo simbolista di Luigi Russolo, che e' documentato anche da due acqueforti sensibilmente chiaroscurate e da un delicato ritratto di fanciulla, mentre al 1906 rimanda anche lo straordinario ritratto a matita di Giosue' Carducci eseguito da Romolo Romani. Questo affascinante film di ricordi e di testimonianze annovera ancora due figure su panno di cuscino di Fortunato Depero e due preziosi polimaterici di Rougena Zatokova. Da segnalare particolarmente i due splendidi dipinti di Tullio Crali, che e' stato a mio avviso con Prampolini e Dottori il piu' significativo rappresentante del cosiddetto secondo Futurismo. In tema di areopittura, l'eccellente Squadriglia Atlantica di Alfredo Ambrosi, mentre ben rappresentati, di questa seconda fase, sono anche Mino Delle Site e Renato Di Bosso. Di Boccioni, dei suoi magistrali Addii sembra leggersi qualche traccia in un foglio di Achille Lega, Movimenti e rumori di una stazione ferroviaria, un grande disegno ricco di atmosfera e di aggraziato movimento, di piena stagione futurista: come anche la grande carta colorata di Mario Mirko Vucetich, di analogo soggetto, Macchinisti in velocita', ma di piu' irruente dinamismo, altro eccellente esempio di un futurismo praticato da artisti mai noti ma validi. Poi ecco invece un volto e un autore ben conosciuti con il doppio ritratto di Palazzeschi, estemporanea prova di Ardengo Soffici.




                        Acciao
Acciaio, Dimostrazione Interventista, 1915

Compenetrazione                                            
 Giacomo Balla, Compenetrazione (Ritratto di Benedetta), 1951                        

Luci + rumori
Benedetta, Luci + rumori di treno notturno, 1924

                                                           Marinetti ferito
                                                           Francesco Cangiullo, Marinetti ferito, 1917

Gran volta rovesciata              
Tullio Crali, Gran volta rovesciata (Giro della morte), 1938

                           Golfo della Spezia
                           Renato Di Bosso, Golfo della Spezia, 1933

La Famiglia Marinetti                                    
             Gerardo Dottori, La Famiglia Marinetti, 1930                                       




Catalogo edito da Palombi Editori, Roma


Galleria Russo, via Alibert 20, Roma.
Orari di apertura: lunedì 16.30-19.30; da martedì a sabato 10.00-19.30
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