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Avvenimenti nazionali ed internazionali sul Futurismo e su altri temi correlati ampiamente documentati da comunicati stampa, testi critici ed immagini fotografiche.






Studio per velocità, 1925






















Paesaggio, 1925






















Idea per quadro, 1924
 
 

 

Gerardo

DOTTORI

ventisei rari disegni dal 1896 al 1931
a cura di Massimo Duranti



Galleria Marescalchi, Cortina d'Ampezzo

26 dicembre 2004 - 10 gennaio 2005

 



Il segno di Dottori

Massimo Duranti


Il disegnare è un po’ l'impronta di un artista, rivelando inconfondibilmente la conoscenza e la padronanza della grammatica e della sintassi espressiva. La rappresentazione grafica è stata allora esercizio di formazione di ogni buon pittore, coltivato nelle Accademie attraverso la compilazione, spesso noiosa e certosina, di copie da stampe, gessi e dal vero. Nel '900 troviamo esiti di grafica eccellenti: semplici schizzi, studi preparatori per dipinti ma anche opere che hanno una valenza propria.

Neanche Gerardo Dottori e i suoi sodali futuristi, i rivoluzionari della concezione e della pratica dell'arte si sottrassero al tirocinio del disegno ed anzi lo coltivarono lungo tutto il loro itinerario espressivo. Per il pittore umbro la matita e l'inchiostro, il carboncino e la seppia, costituirono mezzi espressivi di un lungo e sano esercizio adolescenziale e strumenti per tecniche praticate costantemente, anche per addivenire a originali invenzioni come quella dell'idromatita: un disegnare sostanzialmente pittorico, ma che nasce dai pastelli. Il maestro dell'Aeropittura racconta nelle sue memorie che terminate le scuole elementari- siamo nella seconda metà dell'ultimo decennio dell'800-, essendo gracilino, lo mandarono a lavorare da un antiquario, un soggetto burbero che la sera, dopo la chiusura della bottega, gli consentiva di esercitarsi nel disegno, per il quale era portato, copiando particolari di statue: occhi, nasi e orecchie; puttini da stampe antiche e motivi liberty molto alla moda. Dopo aver rotto una maiolica che stava noiosamente spolverando, l'esperienza si concluse, ma quei disegni Dottori li conservò gelosamente. Stessa sorte di paziente compilazione gli toccò all'Accademia di Belle Arti che frequentava la sera: copie da gessi e stampe tedesche, mai dal vero. Alcune di quelle prove, che si rivelano di sorprendente qualità, compaiono in questa mostra di ventisei rari disegni, molti inediti, che sono datati fra l'ultimo lustro dell'800 e l'inizio degli anni Trenta del '900.

Dai motivi classici ai ritratti, alle prove di dinamismo grafico dell'esperienza futurista avviata già dai primi anni Dieci, fino agli sviluppi aeropittorici degli anni Venti, Trenta e Quaranta, il disegno riempie le pagine del lungo cammino estetico dottoriano. L'artista traccia a volte poche linee per concepire una struttura pittorica, altre compila accuratamente volti e corpi in una logica di autonomia espressiva grafica. La disinvoltura e la padronanza delle tecniche gli consentono di disegnare figure e ambienti, di progettare maioliche, manifesti e copertine. La sua scrittura del segno è inconfondibile sia nella tessitura fine ed impalpabile della stagione della formazione, ricca di morbidezze nei chiaroscuri dei corpi dei putti, sia nella accuratezza del tratteggio ordinato, ma non calligrafico e nella disinvoltura delle sinuosità architettoniche. Già nelle prime prove si rivela però il suo caratteristico ductus a spirale, spontaneo e deciso, che ritroviamo compiuto nel dinamismo delle immagini futuriste di ciclisti, motociclisti e poi nelle mirabili visioni aeropittoriche del paesaggio e degli arroccamenti architettonici.

Nel gruppo di opere presentate scorrono allora esercitazioni accurate sui modelli classici, suggestioni liberty, ritratti di gente qualunque e di personaggi: dal Re Vittorio Emanuele II al futurista Cagianelli, al musicista Menotti Salta, alla elegante figura della Principessa Maria José che passeggia a Forte dei Marmi. E poi troviamo un rarissimo e inedito bozzetto della parte centrale del Trittico della velocità col dinamismo della macchina che penetra il paesaggio, e ancora un'aeropittura astrale e due visioni dalla prospettiva elevata di ideali paesi umbri arroccati. Lirismo e audacia espressiva si fondono in alcune di queste carte come segni di una poetica contemplativa che si esprime però con linguaggio d'avanguardia.


 



GALLERIA MARESCALCHI

Corso Italia, 114
32043 Cortina d'Ampezzo
Tel.: 0436.860328


La mostra sarà successivamente allestita nella sede di Bologna:
GALLERIA MARESCALCHI, Via Mascarella, 116/b, 40126 Bologna.
Tel. 051.240368 - Fax 051.251341

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