Appunti allo stadio
90 opere sul tema del calcio nell'Arte italiana del XX secolo
Palazzo delle Esposizioni, Roma
19 Marzo - 8 Aprile 2002
Seoul Arts Center, Seoul
4 Giugno - 30 Giugno 2002
L'’esposizione Appunti allo stadio:
90 opere sul tema del calcio nell’arte italiana del XX secolo”, a cura di
Mariastella Margozzi e Laura Mancioli, testimonia come fin dagli anni Venti del
secolo scorso l’arte abbia rappresentato gli effetti del fenomeno calcistico
sull’immaginario collettivo italiano.
Sono in mostra a Roma (prima di raggiungere, a giugno e luglio, Corea del Sud e
Giappone) opere di grandi artisti italiani del Novecento, da alcuni protagonisti
del cosiddetto “secondo Futurismo” a Manzù, da Moschi a Chia, da Toderi a
Mancioli, da Gribaudi a Maselli
Tra gli esponenti della “pattuglia futurista” figurano: Prampolini, Dottori,
D’Anna, Gambini, Castello, Baldessari, Notte e Depero.
«Lo slancio ideale dovuto all’ansia di raggiungere traguardi apparentemente
irraggiungibili nella lotta dell’uomo contro la forza di gravità e contro il
tempo di cui scriveva in quell’epoca un altro cantore e cultore delle discipline
sportive, Raniero Nicolai.
Questo stesso slancio è tuttavia risolto secondo un linguaggio surrealista da
Enrico Prampolini che, nel 1936, realizzando l’opera Angeli della terra
sospinge l’azione calcistica in un’atmosfera rarefatta di dimensione cosmica,
dove un universo di segni e traiettorie delinea una partita giocata in maglia
azzurra. Il dipinto di Prampolini fa parte di un trittico che ha per tema i Miti dell’azione e che viene esposto alla Prima Mostra Nazionale d’Arte
Sportiva, destinata poi a rappresentare l’Italia alle Olimpiadi di Berlino. Ma
si tratta certo di una eversione poetica rispetto alle posizioni ufficiali in
merito alla rappresentazione artistica.
Rinnovare in nome di quel nuovo umanesimo declamato da Nicolai, le regole
figurative di un’arte sportiva consapevole era l’esigenza maturata dall’aver
inteso l’attività fisica come uno degli insegnamenti fondamentali per le future
generazioni di italiani.
Un atteggiamento che prendeva necessariamente le distanze da quanto, e fino a
tutti gli anni Venti, nel campo della rappresentazione artistica si era fatto
sulla ricerca dell’equilibrio tra forma e movimento, tra realtà e suo
superamento in visioni sintetiche spazio-temporali.
Da quanto, in sostanza, aveva fatto il Futurismo nella sua piuttosto lunga
gestazione di visioni simultanee di corpi in azione e in relazione di scambio di
energia con l’ambiente.
Nel 1928 l’aereopittore futurista
umbro Gerardo Dottori dipinge una Partita di calcio in cui l’azione di
gruppo è inserita in una sorta di vortice di velocità che interagisce con i
fasci luminosi della luce solare; lo slancio dei calciatori verso l’alto
sostanzia l’indiscutibile unione tra l’azione umana e la sfera naturale, ben
caratterizzata dagli alberi delle quinte, la cui forma circolare ribadisce la
concentricità della composizione.
Gli schizzi che preludono al dipinto, realizzati nel 1927, recano il titolo di
Appunti allo stadio ; essi, nell’essenzialità cronachistica del segno a
matita, rendono la viva partecipazione intellettuale dell’artista al tema, la
stessa che è sottesa a tutte le altre opere raccolte per questa mostra; è per
questo suo approccio immediato all’argomento che il titolo dei disegni di
Dottori è stato adottato per questa rassegna.
Anche il Calciatore del
futurista siciliano Giulio D’Anna, realizzato nel 1930, mostra la massima
concentrazione sul gesto del calciare la palla e, attraverso l’estrema analisi
della struttura muscolare dell’atleta in movimento, di boccioniana memoria,
trova quel comun denominatore della forma circolare che sostanzia l’unione
virtuale di uomo-pallone-atmosfera. Il virtuosismo formale di D’Anna si ripete
nell’olio dello stesso anno, dove anzi si definisce come sigla stilistica
autogenerantesi.
La ricerca di una compenetrazione
tra figura e spazio si risolve, invece, in una attrazione della figura del
calciatore all’interno della scomposizione prismatica di luce-atmosfera nella
contemporanea aerografia di Ivanhoe Gambini.
La linea aerofuturista è quella
percorsa dal bolognese Tata (Guglielmo Sansoni) quando affronta il tema del
calcio in Sport nel 1930: riprendere l’insieme della partita nel suo
svolgersi all’interno dello stadio è l’obiettivo dell’aeropittore; visione
privilegiata di un evento corale ma non urlato, delineato nei particolari e
scandito dal ritmo dei calciatori che, piccolissimi, conducono il gioco tra
l’attesa del pubblico; un colpo d’occhio di grande impatto emotivo, che blocca
nel suo farsi l’azione. Un altro dipinto, questo del 1936 e di un altro
futurista Enzo Benedetto, affronta la tematica non del segno della sintesi bensì
in quello della durata spazio-temporale. Il contrasto aereo tra due giocatori
raffigurato da Benedetto in Calciatori è un’azione che genera l’eco di
se stessa nel reiterarsi del movimento dei due atleti e delle linee circolari
che lo accompagnano.
La “propaganda dell’onda d’urto”
presente nell’opera di Benedetto è simbolica della durata del movimento; quella
che, invece, è raffigurata nei due dipinti del piemontese Enrico Castello
dell’inizio degli anni venti, è ancora, secondo un modo di sentire più vicino
alle sorgenti del Futurismo, la sintesi di tutti gli istanti in cui si compie
l’azione. In Calciatori i due antagonisti si contendono il pallone
davanti alla porta; la visione si concentra su di essi, mentre il ripetersi
delle sagome di pallone e della porta rendono la simultaneità cui tende la
velocità dell’azione stessa.
Sempre nel 1920, Marcello
Baldessari dipinge Giocatori di pallone, in cui le due figure
dell’attaccante e del portiere si costruiscono sulle diagonali che attraversano
il dipinto e che accompagnano verso sinistra, ovvero verso la porta, il
movimento del giocatore che sta portando il pallone al goal. Lo stile di
Baldessari tiene conto non solo dei principi futuristi di simultaneità ma anche
di evidenti suggestioni cubiste e costruttiviste, allo stesso modo di Emilio
Notte, che sempre nel 1920 costruisce la sua Partita di pallone per
chiazze di colore che simulano vuoti e pieni, spazio e personaggi, secondo una
visione che si allontana anche dal Cubismo per attingere direttamente alla
strutturazione cézanniana dell’immagine.
Paradossalmente, un altro esponente
di spicco del futurismo, Fortunato Depero, in due disegni del 1920-1921 dal
titolo Giocatori di pallone, elabora una composizione che elude
qualsiasi schema o principio futurista e si riallaccia direttamente alle radici
rinascimentali della rappresentazione del gioco del Calcio. Forse intrigato
proprio dalla conoscenza diretta di opere d’arte ispirate dal trattato De Arte
Gymnastica di Gerolamo Mercuriale del 1557, illustrato nell’edizione del 1573 da
xilografie di Pirro Ligorio, Depero analizza attraverso l’articolazione di
“manichini” gli atteggiamenti più che i movimenti dei giocatori. Solo nel
secondo disegno, il più grande, compaiono chiaramente la porta e il portiere e
le figurette si sciolgono in atteggiamenti più liberi, anche se sempre
controllati dalla penna dell’artista. È evidente che l’interesse di Depero non è
sul gioco del Calcio in quanto sport moderno; la sua curiosità muove dalla
ricerca di nuove iconografie e si concentra sul cadenzato ritmo ludico che
caratterizzava il gioco del pallone nell’antichità, in cui le regole concedevano
di portare avanti il pallone non solo con i piedi ma anche con le mani; uno
sport vissuto non come agonismo ma come sano e ricreativo esercizio fisico». (da
M. Margozzi, Appunti allo Stadio, L’avventura artistica sul gioco del Calcio
in Italia nel XX secolo , catalogo della mostra, 2002, Roma)
L’iniziativa è stata organizzata
dal Ministero degli Affari Esteri in concomitanza dei prossimi campionati
mondiali di calcio, con la collaborazione del Corriere dello Sport-Stadio e del
Comune di Roma-Assessorato alle politiche culturali e Palazzo delle Esposizioni
– e il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e della Federazione Italiana
Gioco Calcio.
a cura di Cesare Biasini
Selvaggi
Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale, 194
00184 Roma
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Tel.: 0648941230
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Orario: tutti i giorni dalle 10.00 alle 21.00
CHIUSO IL MARTEDI'
Ingresso: € 7,75
Seoul Arts Center
Seoul
Catalogo edito da Cromosema Collana
Impressioni d'Arte, Via Garigliano, 74a, 00198 Roma
www.cromosema.it, email
cromosema@libero.it. tel. 0685355111.
Catalogo € 35,00
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