La Galleria d’Arte Moderna di
Verona e l’Officina d’Arte ospitano un’ampia mostra sulla scultura veronese
prendendo in esame un arco di tempo che va dall’inizio del ’900 fino alle
ricerche più attuali degli ultimi anni.
La rassegna, curata da Giorgio
Cortenova, si tiene in due distinte sale espositive: presso l’Officina d’arte,
dove è allestita la sezione storica (con opere di Gino Bogoni, Nereo Costantini,
Renato Di Bosso, Giuseppe Fontana, Egidio Girelli, Franco
Girelli, Nino Gottardi, Eugenio Prati, Vincenzo Pulielli, Giovanna Rossi, Mario
Salazzari, Maria Trevisani, Berto Zampieri), e nelle sale espositive della
rinnovata Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti, la sezione contemporanea (con
opere di Gabriello Anselmi, Alessandra Avesani, Berrocal, Gino Bogoni, Marzia
Boldi, Leonardo Brunelli, Maurizio Casari, Riccardo Cassini, Chiara Castagna,
Pino Castagna, Stefano Cattaneo, Federico Chiecchi, Alberto Colognato, Gianmaria
Colognese, Luciano Dal Molin, Renato Di Bosso , Virginio
ferrari, Novello Finotti, Giuseppe Fontana, Patrizia Guerresi, Donata Lazzarini,
Igino Legnaghi, Piera Legnaghi, Mancino, Giovanni Marconi, Diego Morandini,
Maria Teresa Padovani, Dario Tenuti, Maria Trevisani.
Questo appuntamento rappresenta non
solo l’occasione per condurre un’inedita ricognizione storico-critica sull’opera
dei maestri più rappresentativi della scultura veronese del secolo scorso, ma
offre anche un’interessante opportunità per presentare le ricerche più recenti
degli artisti della nuova generazione.
“Il Futurismo a Verona conosce una
fioritura cronologicamente tarda, eppure di grande intensità. È infatti nel 1931
che si costituisce il gruppo futurista veronese, formato da Ambrosi, Anselmi, i
due Aschieri, Bertozzi, Bonente, Di Bosso, Manca, Matotti, Pesenti, Righetti,
Sacchetti, Scurto, Siviero, Tomba e Vorossì. A questa data Righetti (che
prenderà il nome di Di Bosso dal legno che maggiormente prediligeva) ha già
realizzato opere come Il vento del 1927: un gesso dalla fisionomia
urlante e visionaria, mutuata dai ritratti di Wildt. Nel 1930, però, la lettura
di Pittura e scultura futurista. Dinamismo plastico, che Boccioni aveva
scritto nel 1914, lo aveva influenzato profondamente, e questa suggestione si
era tradotta nel legno levigato e aereodinamico del Violinista, dove
l’onda del suono si legava sinteticamente alla figura umana in uno slancio
ellittico e dinamico. Corpo e musica erano una cosa sola. Violinista
non è un esito isolato. C’è nell’opera di Di Bosso una tensione ascetica che lo
porta a pensare la massa plastica come un’anti-materia, come un blocco senza
asperità, sporgenze o contrasti, dove la forma fluisce liberamente, in un
armonioso ritmo musicale. Il tema del volo, tipico dell’aerofuturismo (L’aviatore,
1933; Paracadutista, 1934; Paracadutista su paese, 1935; Pilota stratosferico, 1936) diventa in lui lo sforzo di liberare l’anima
dal corpo, o meglio di fare coincidere corpo e anima. Non è un caso che, accanto
ai soggetti “aerei” scolpisca nel 1934 un San Francesco , ugualmente
rotondo e levigato: un’ulteriore testimonianza della spiritualità cosmica che lo
anima. Dal punto di vista stilistico si avvertono nelle opere di Di Bosso gli
echi del tardo Cubismo e di Archipenko, ma anche di Boccioni. Quanto ai
materiali usati, oltre al prediletto legno (Di Bosso, del resto, proveniva da
una famiglia di intagliatori e di artigiani del legno) l’artista esplora le
possibilità di materiali insoliti, realizzando nel 1934 col Paracadutista
un complesso plastico in alluminio, cristallo e specchio. Quello che
gli interessa, però, non è intervistare la materia come intendeva fare
Prampolini, quanto eluderla: portarla a una dimensione di rarefatta levità e
sospensione.” (E. Pontiggia, Figure della scultura a Verona 1900-1945 ,
catalogo della mostra)
La rassegna è accompagnata da un
catalogo che ospita, oltre a un ampio supporto iconografico, un ricco apparato
bio-bibliografico di tutti gli artisti illustrati, nonché contributi critici di
Luciano Caramel, Mauro Corradini, Giorgio Cortenova, Elena Pontiggia.
a cura di Cesare Biasini Selvaggi
Info Mostra
Scultori a Verona 1900 - 2000
Palazzo Forti
37121 Verona
Tel.: 0458001903
Fax: 0458003524
e-mail: pforti.info@palazzoforti.com
www.palazzoforti.it
ORARIO
Tutti i giorni tranne il Lunedì 10.00 / 19.00
la biglietteria chiude alle 18.00
Ingresso: Intero euro 5,16 - ridotto euro 3,61 - scuole euro 2,58 (per gruppi obbligatoria prenotazione)
Officina d'Arte
Corso Porta Borsari, 17
37121 Verona
Tel.: 0458031723
Fax: 0458001456
e-mail: info@officinadarte.it
www.officinadarte.it
ORARIO
dal lunedì al venerdì 15.30/19.30
sabato 10.30/12.30 - 15.30/19.30
Ingresso: libero
catalogo edito da edizioni ELECTA, Via D. Trentacoste, 7 20134 Milano
Tel.: 02215631, Fax: 0226413121